Fallimenti, calano anche le istanze

Pubblicato il 08 maggio 2007

Nel primo trimestre del 2007 sono drasticamente diminuite le istanze di fallimento, circa il 40%, in seguito anche all’entrata in vigore nel 2006 della legge fallimentare. L’introduzione dei requisiti di fallibilità incentrati sui parametri di investimenti e ricavi nonché l’onere della prova hanno contribuito in maniera determinante alla riduzione delle richieste di fallimento. L’incertezza della pronuncia dei tribunali, infatti, ha aumentato l’incertezza sulle reali possibilità di recupero. Gli accordi di ristrutturazione previsti dalla riforma e i concordati preventivi dichiarati hanno registrato un incremento limitato e non hanno prospettato una soluzione efficace.

Il ricorso a concordati ed accordi di ristrutturazione come strumenti di intervento tempestivo a favore del sistema impresa si è dimostrato poco efficace, con un percentuale che si aggira a circa il 4% dei corrispondenti fallimentari dichiarati con le vecchie norme l’anno precedente. L’insolvenza, regolata come un qualsiasi conflitto tra privati, orienta i creditori ad avviare atti aggressivi sul patrimonio, non rispondendo al bisogno di trattamento unitario della gestione delle insolvenze. Pertanto sembrano necessarie procedure flessibili che possano indirizzare i debitori verso l’anticipazione della trattazione delle proprie difficoltà. 

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