La Legge di Bilancio 2025 introduce, attraverso i commi 390 e 391, una disciplina transitoria più favorevole in materia di esclusione dal computo del reddito imponibile dei lavoratori per i beni ceduti e i servizi prestati dai datori di lavoro (fringe benefits). Tale regime, applicabile esclusivamente ai periodi d'imposta 2025, 2026 e 2027, ricalca quello già previsto per l’anno 2024 e si pone in continuità con le modifiche transitorie adottate negli anni precedenti.
Nello specifico, il regime transitorio stabilisce:
Vediamo, nel dettaglio, le novità per i lavoratori dipendenti con figli e gli altri.
I lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico possono beneficiare di un significativo innalzamento della soglia di esenzione fiscale, che passa da 258,23 euro a 2.000 euro annui. Questo vantaggio consente loro di ricevere beni, servizi e rimborsi senza che tali importi concorrano alla formazione del reddito imponibile, a condizione che presentino al datore di lavoro una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti e il codice fiscale dei figli a carico. Inoltre, l’esenzione non si limita alla sola fiscalità diretta, ma si estende anche alla contribuzione previdenziale, riducendo il carico fiscale complessivo.
Il beneficio è applicabile per i periodi d’imposta 2025, 2026 e 2027 e riguarda non solo i lavoratori con figli naturali, ma anche quelli con figli adottivi, affiliati o affidati, a condizione che il loro reddito complessivo non superi i 2.840,51 euro annui (riferito ai figli).
Tali misure si inseriscono nell’ambito di un regime transitorio che mira ad agevolare le famiglie lavoratrici, garantendo un sostegno economico più ampio e contribuendo a una maggiore equità fiscale.
Per beneficiare della soglia di esenzione fiscale aumentata a 2.000 euro, prevista per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico, il dipendente è tenuto a presentare un’apposita autodichiarazione al datore di lavoro. Tale dichiarazione deve attestare il possesso dei requisiti richiesti e riportare il codice fiscale dei figli a carico.
Non essendo prevista una forma specifica per l’autodichiarazione, essa può essere redatta secondo modalità concordate tra datore di lavoro e lavoratore, purché sia adeguatamente conservata per eventuali controlli. È inoltre fondamentale che il dipendente comunichi tempestivamente al sostituto d’imposta l’eventuale perdita dei requisiti per il beneficio, ad esempio nel caso in cui il figlio superi il limite di reddito previsto per essere considerato fiscalmente a carico. In tali circostanze, il datore di lavoro è tenuto a recuperare il beneficio non spettante attraverso gli emolumenti successivi, effettuando i necessari conguagli entro i termini previsti dalla normativa fiscale.
Infine, per garantire la trasparenza dell’agevolazione, è prevista un’informativa preventiva alle rappresentanze sindacali unitarie, ove presenti, prima dell’applicazione del beneficio da parte del datore di lavoro.
Per i lavoratori dipendenti senza figli fiscalmente a carico, la Legge di Bilancio 2025 ha confermato un aumento della soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit, fissandola a 1.000 euro per il triennio 2025-2027.
Questa misura consente ai dipendenti di ricevere beni, servizi e rimborsi per utenze domestiche (acqua, luce, gas), canoni di locazione o interessi sul mutuo della prima casa senza che tali importi concorrano alla formazione del reddito imponibile.
Tuttavia, il datore di lavoro è tenuto a fornire un’informativa preventiva alle rappresentanze sindacali unitarie, laddove presenti, prima dell’erogazione dei benefit. Questa misura si inserisce nell’ambito delle politiche di welfare aziendale per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti, garantendo loro una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle agevolazioni fiscali.
Per beneficiare delle agevolazioni sui fringe benefit previste dalla Legge n. 207/2024 per il triennio 2025-2027, come sopra anticipato, i lavoratori dipendenti devono rispettare una serie di formalità.
In primo luogo, il datore di lavoro è tenuto a informare le rappresentanze sindacali unitarie (RSU), laddove presenti, prima di applicare l’agevolazione. Inoltre, per accedere alla soglia di esenzione fiscale maggiorata a 2.000 euro, i lavoratori con figli fiscalmente a carico devono presentare un’apposita dichiarazione, indicando il codice fiscale di almeno un figlio a carico.
Per quanto riguarda la defiscalizzazione dei rimborsi relativi alle utenze domestiche (acqua, luce, gas), il Fisco ha chiarito che il datore di lavoro deve acquisire e conservare la documentazione probatoria per eventuali controlli, come previsto dalla circolare 5/E/2024 dell’Agenzia delle Entrate.
Il lavoratore ha due possibilità per giustificare il rimborso esentasse:
Per evitare la duplicazione delle agevolazioni, il dipendente deve inoltre dichiarare che le spese rimborsate non siano già state oggetto di richiesta di rimborso, totale o parziale, né presso lo stesso datore di lavoro né presso altri soggetti.
Queste formalità sono fondamentali per garantire la corretta applicazione delle agevolazioni fiscali e prevenire eventuali abusi nel sistema dei fringe benefit.
In merito ai requisiti formali per la dichiarazione sostitutiva necessaria al rimborso delle spese per utenze domestiche (gas, luce e telefono), sono stati sollevati dubbi interpretativi all’Amministrazione finanziaria. L’Agenzia delle Entrate ha risposto con l’interpello n. 17 del 30 gennaio 2025, fornendo chiarimenti sulle modalità di presentazione della dichiarazione da parte del lavoratore al proprio datore di lavoro.
Il nodo della questione riguarda la necessità o meno di autenticare la firma del dipendente. Sebbene la Circolare n. 5/E del 7 marzo 2024 abbia indicato l’art. 47 del d.P.R. 445/2000 come riferimento normativo, non ha specificato se sia richiesta un’autenticazione formale. L’incertezza deriva dal fatto che, mentre le dichiarazioni destinate alla pubblica amministrazione non necessitano di autenticazione, l’art. 21, comma 2, dello stesso decreto prevede l’autenticazione della firma se la dichiarazione è destinata a soggetti diversi o se finalizzata alla riscossione di benefici economici da parte di terzi.
Nella risposta all’interpello n. 17/2025, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la dichiarazione sostitutiva per il rimborso delle utenze domestiche può essere validamente acquisita dal datore di lavoro con la semplice sottoscrizione in originale del dipendente e l’allegata copia del suo documento di identità, senza necessità di autenticazione della firma.
Essendo destinata alla pubblica amministrazione per i controlli di veridicità, eventuali dichiarazioni mendaci potrebbero comportare responsabilità penali. Inoltre, per evitare duplicazioni dell’agevolazione, il lavoratore deve attestare che le spese rimborsate non siano già state oggetto di richiesta presso lo stesso datore di lavoro o altri soggetti.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".