Geografia giudiziaria. Risparmi sì ma anche tanti costi

Pubblicato il 09 settembre 2013 Il nuovo assetto di geografia giudiziaria, in vigore dal 13 settembre 2013, ha l'obiettivo di razionalizzare le strutture del sistema giudiziario, evitare la dispersione di risorse, fornire un servizio migliore ai cittadini. I risparmi a cui la riforma dovrebbe portare erano stati inizialmente stimati dal ministero della Giustizia in 80 milioni di euro; poi sono stati rivalutati alla luce delle difficoltà tecniche che si sono evidenziate.

Sui costi, gli avvocati dell'Associazione nazionale avvocati (Anai) hanno considerato che la riforma comporterà un aggravio di spesa di almeno 30 milioni di euro.

Il Coordinamento nazionale degli ordini forensi minori, dal canto suo, ha calcolato gli effetti economici degli accorpamenti, rendendo noti i risultati raccolti in una nota del 5 agosto 2013 inviata al ministro della Giustizia. In particolare, è stato rilevato che, ad esempio, solo a Cuneo si dovrà spendere ben 7 milioni di euro per per assorbire i Tribunali di Saluzzo e Mondovì, mentre saranno 750 mila euro gli esborsi annui da effettuare a Foggia per incorporare il Tribunale di Lucera e le sei sezioni distaccate, e 4 i milioni da spendere a Potenza per l'accorpamento di Melfi.

Ciò senza contare le nuove strutture dei Tribunali ora soppressi, costate ai contribuenti diversi milioni di euro e che, a seguito dei tagli, saranno inutilizzate.

Altro dato da tenere in considerazione, è quello relativo all'incremento dei costi delle notificazioni ed esecuzioni. Sul punto, il Coordinamento degli Ordini minori stima un aumento fino a 11 volte rispetto alle attuali spese. Aumento che non peserà solo su cittadini, enti e imprese ma anche sullo Stato su cui gravano le spese nelle controversie di lavoro, di divorzio, in quelle penali, nei procedimenti nei quali il patrocinio è assicurato e pagato dallo stato.
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