Giro di vite su voto di scambio, furti e rapine

Pubblicato il 17 settembre 2015

Presso l’Aula della Camera è stato avviato l'esame del disegno di legge governativo che interviene a riformare il processo penale, nell’intento di rafforzare le garanzie difensive e la ragionevole durata dei processi. La versione attualmente esaminata è quella modificata dalla Commissione Giustizia della Camera nel corso del prescritto esame in sede referente.

Il provvedimento, oltre a prevedere alcune disposizioni di modifica dei codici penale e di procedura penale, contiene una delega all’Esecutivo per la riforma del processo penale e dell'ordinamento penitenziario.

Nella seduta del 16 settembre 2015, in particolare, è stato approvato, tra le altre, una disposizione che interviene ad inasprire le pene per il reato di scambio elettorale politico-mafioso, pene individuate nella reclusione da sei a dodici anni in luogo della pena attuale da quattro a dieci anni.

Aumentate anche le pene relative ad alcuni reati contro il patrimonio, quali il furto in abitazione e con strappo e la rapina, con la previsione di pene minime che vanno, rispettivamente, da 1 a 3 anni e da 3 a 4 anni. Innalzate anche le relative pene pecuniarie.

Con riferimento alle fattispecie aggravate di furti e scippi, viene escluso il giudizio di equivalenza o di prevalenza con le circostanze attenuanti.

La rapina viene sanzionata con una pena da quattro a dieci anni (attualmente la pena è da tre a dieci anni) e, se il reato è commesso con violenza o con armi si passa da un minimo di quattro anni e mezzo a cinque. In presenza di circostanze aggravanti, si ha la reclusione da 6 a 20 anni.

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