Giudici di pace. Assistenza e previdenza alla Corte Ue

Pubblicato il 04 giugno 2020

Il Tar dell’Emilia Romagna ha rimesso alla Corte di Giustizia Ue la questione relativa alla tutela assistenziale e previdenziale e alla proroga dell’incarico sine die dei giudici di pace.

Questo con ordinanza n. 363 del 1° giugno 2020, con la quale è stato chiesto ai giudici europei se la legislazione comunitaria – segnatamente in tema di lavoro a tempo determinato e a tempo parziale nonché in materia di parità di trattamento, di occupazione e di condizioni di lavoro – osti all’applicazione di una normativa nazionale, come quella italiana, secondo la quale i giudici di pace, quali giudici onorari, risultano non assimilati quanto a trattamento economico, assistenziale e previdenziale a quello dei giudici togati, nonché completamente esclusi da ogni forma di tutela assistenziale e previdenziale garantita al lavoratore subordinato pubblico.

UNAGIPA: finalmente il vento sta cambiando

La notizia della rimessione è stata accolta con grande favore dall’Unione Nazionale dei Giudici di pace che, in una nota pubblicata sul proprio sito, ricorda l’annosa lotta portata avanti, su questi temi, dalla stessa UNAGIPA e dai suoi iscritti davanti sia alla Giustizia Amministrativa sia a quella Ordinaria del Lavoro.

“Il vento sta cambiando” – sottolinea l’Unione – e questo dopo la breccia costituita dalla pregiudiziale sollevata dal Giudice di pace di Bologna e che ha dato origine alla causa C-658/2018 contro il Governo italiano, attualmente pendente davanti alla Corte di Giustizia dell'Unione europea.

Causa di cui si attende ora l’esito dopo le conclusioni dell’Avvocato generale Ue del 23 gennaio 2020, favorevoli - si rammenta - al riconoscimento del diritto a 4 settimane di ferie annuali retribuite in favore dei giudici di pace.

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