Giustizia: presentato il progetto “Uffici di prossimità”

Pubblicato il 12 dicembre 2018

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha presentato ieri al Senato il progetto “Uffici di prossimità”, un’iniziativa per avvicinare la Giustizia ai cittadini “e migliorare la qualità della loro vita”.

Il progetto, rivolto a tutte le Regioni italiane (ma anche ad aziende socio-sanitarie territoriali, Città Metropolitane, ordini professionali e associazioni) e finanziato dal Fondo Sociale Europeo, si sostanzia nella creazione di punti territoriali di contatto, volti a colmare il vuoto prodottosi a seguito della chiusura dei piccoli tribunali.

Mille sportelli per avvicinare Giustizia e cittadini

Il Guardasigilli ha spiegato che l’obiettivo è quello di istituire, entro il 2019, mille sportelli nei territori decentrati rispetto alle città dove tribunali, uffici regionali e comunali hanno la sede principale.

La funzione di questi sportelli sarà quella di garantire un servizio completo e integrato di orientamento e consulenza ai fini della trasmissione degli atti che non richiedono l’ausilio di un avvocato (come ricorsi, istanze, allegati e rendiconti).

Grazie all’iniziativa, i cittadini avranno un punto di riferimento “sotto casa” per adempiere a tutte le pratiche per le quali, finora, era necessario recarsi in tribunale e, allo stesso tempo, per accedere ai servizi collegati, forniti dalle altre Istituzioni coinvolte nel progetto, ossia Regioni, Comuni e Uffici giudiziari.

Attraverso gli uffici di prossimità, ad esempio, i cittadini potranno presentare la documentazione per avviare la pratica per la nomina a tutore di una persona non autosufficiente, chiedere un’autorizzazione che riguardi una persona da assistere o i documenti necessari per andare in un Paese extraeuropeo, consegnare gli atti necessari per richiedere l’affidamento di un bambino nato fuori dal matrimonio.

Nella sua fase iniziale, il progetto interesserà le Regioni Liguria, Piemonte e Toscana, “Enti pilota a cui il ministero della Giustizia fornirà le risorse economiche stabilite, i modelli da adottare, il piano di formazione e i relativi materiali, oltre ai software di gestione degli sportelli aperti al pubblico.

Le Regioni, con i fondi a loro disposizione, si dovranno occupare del coinvolgimento dei Comuni disponibili a ospitare gli uffici.

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