Holding, ritorno a casa con valori correnti

Pubblicato il 23 dicembre 2008 E’ tornato a pronunciarsi sulle holding estere, nonostante l’assenza di aggiornamenti legislativi in materia, il Consiglio nazionale del notariato. Che - con lo studio 152-2008-T, dedicato (appunto) ai “profili fiscali dell’imposizione diretta del trasferimento in Italia della sede di una società estera” - conferma la posizione già presa secondo cui al “ritorno a casa” si applicano i valori correnti. Resta, così, fermo che il trasferimento in territorio italiano della sede di una società estera comporti che si assumano, quali valori fiscalmente rilevanti dei beni in ingresso, quelli normali di mercato, non quelli storici legati al costo di acquisto (che comporterebbero la tassazione in Italia, al momento dell’eventuale realizzo dei beni, anche dei plusvalori maturati fuori del territorio nostrano). La tesi è opposta alla soluzione che sembra indicare la prassi agenziale, secondo cui in tutte quelle ipotesi nelle quali nel Paese di provenienza non vi sia una tassazione al momento della fuoriuscita dei beni per il trasferimento di sede, la valutazione degli stessi debba rimanere ancorata al costi di acquisto.
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