I conti di Equitalia non consentono di ridurre ulteriormente l’aggio alla riscossione

Pubblicato il 14 novembre 2013 Chi si aspettava che i tagli operati in nome della spending review potessero incidere con maggiore determinazione anche sui conti di Equitalia, è rimasto deluso.

Nel corso del question time alla Commissione Finanze della Camera – tenutosi il 13 novembre 2013 – il sottosegretario all’Economia, Alberto Giorgetti, ha infatti puntualizzato che l’aggio della riscossione è sceso dal 9% all’8% e non subirà alcun altro ritocco.

Dunque, l’ulteriore variazione in diminuzione di 4 punti percentuali prevista dalla legge n. 135/2012, previa emanazione dei relativi decreti attuativi da parte del ministero dell’Economia, non verrà attuata.

La motivazione è da ritrovare nel fatto che ogni punto percentuale in meno di aggio pesa sui conti dell’Ente di riscossione per circa 50 milioni di euro: così immaginare di toglierne altri 200 milioni sembra cosa molto azzardata. Analizzando il bilancio relativo all’anno 2012 è emerso, infatti, che i costi fissi ammontano a 733,3 milioni di euro, mentre i ricavi da aggio si sono attestati a 594 milioni. È evidente che togliendo altri 200 milioni di euro dal bilancio, Equitalia non sarebbe più in grado di coprire i costi con i propri ricavi.

Ecco come Giorgetti motiva la sua risposta. Il sottosegretario all’Economia, sottolineando, comunque, gli sforzi finora compiuti dall’Ente per il contenimento dei costi di struttura, ribadisce come i conti del Gruppo non consentono, ad oggi, di procedere con un nuovo abbassamento dell’aggio: il passaggio all’attuale 8% è da considerare definitivo e la possibilità che il Governo emani in tempi brevi i decreti sul nuovo taglio è da considerarsi del tutto remota.
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