Il giornalista è legittimato a rendere pubblici i privilegi dei politici

Pubblicato il 04 ottobre 2012 Con sentenza n. 38437 del 2012, la Corte di cassazione ha ribaltato la decisione con cui i giudici di merito avevano condannato per diffamazione l'ex direttore ed il redattore di un giornale per aver pubblicato la notizia di una delibera con la quale era l'ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, aveva ottenuto l’autorizzazione alla costruzione di un "manufatto sepolcrale" in deroga alle graduatorie, ferme dal 1992.

Secondo la Suprema corte è, infatti, legittimo che il giornalista faccia conoscere all’opinione pubblica i privilegi goduti dai politici, specialmente in un momento come quello attuale. La libera manifestazione di pensiero di qualsiasi cittadino, la libertà di stampa, la critica degli atti politici, e in particolare degli organi rappresentativi, e dei comportamenti degli uomini politici, è infatti tutelata dalla stessa Costituzione e "deve essere la più ampia possibile perché essa garantisce il pieno dispiegarsi della dialettica democratica e consente ai cittadini di formarsi opinioni precise sui vari accadimenti; la critica può anche essere molto aspra, irriverente e anche ironica, a condizione però che siano rispettati i canoni dell'interesse pubblico della notizia, che i presupposti di fatto esposti a critica siano veri e che vi sia continenza espositiva".
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