Il Governo dovrà fissare le regole dell’autonoma organizzazione

Pubblicato il 08 ottobre 2012 Tra gli emendamenti al Ddl delega fiscale, è stato approvato dal CdM quello che affida al Governo la definizione della nozione di autonoma organizzazione degli studi professionali e delle piccole imprese. Finalmente si prospetta chiarezza in quella che è stata ed è l’annosa questione che alimenta il contenzioso Irap.

L’Imposta regionale, la più odiosa per i professionisti e gli imprenditori, sarà difficilmente eliminabile, visto che ogni anno vale un gettito di 30-35 miliardi, ma almeno può essere regolamentata senza che professionisti, lavoratori autonomi e piccole imprese debbano necessariamente ricorrere al giudice per l’esonero.

Alcuni limiti all’assoggettamento sono stati fissati proprio a suon di contenziosi. I giudici hanno stabilito che, per attribuire l’autonoma organizzazione, il contribuente, nel contempo: sia il responsabile della struttura organizzativa e non inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse; si avvalga di dipendenti o collaboratori in modo non occasionale; utilizzi beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per l’esercizio (non solo telefono, auto e pc).

Accogliendo l’orientamento giurisprudenziale le Entrate, attraverso le circolari 45/2008 e 28/2010, hanno ribadito i concetti citati riassumendo che sussiste l’autonoma organizzazione al ricorrere di almeno uno dei seguenti requisiti:

- l’impiego non occasionale di lavoro altrui, a meno della fruizione di prestazioni fornite da terzi per attività estranee a quelle professionali o da tirocinanti a scopo formativo;

- l’utilizzo di beni strumentali, anche se forniti da terzi, eccedenti, per quantità e valore, le necessità minime per lo svolgimento dell’attività.
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