Il sistema di associazione automatica di Google non porta alla diffamazione

Pubblicato il 08 maggio 2012 Per il Giudice del Tribunale di Pinerolo – ordinanza del 2 maggio 2012 – non costituisce condotta diffamatoria quella posta in essere da Google nei confronti di un imprenditore il cui nome, nella ricerca automatica del portale, venga associato a parole come “indagato” o “arrestato”; ed infatti, il sistema utilizzato da Google dell’associazione automatica generata dagli algoritmi (autocomplete/suggest), non crea "un’affermazione, dovendo piuttosto essere paragonata – tenendo conto delle finalità della funzione – ad una domanda”.

Ed in effetti – spiega il giudice - l’associazione di un nome a determinati termini non dipende dalla società americana bensì unicamente dalle ricerche compiute dagli altri utenti della rete ed il servizio di Google si limita esclusivamente a rendere noto che un certo numero di fruitori di internet “si interroghi sul fatto se il ricorrente sia o meno stato coinvolto in vicende penali e voglia verificare se nel Web vi siano informazioni al proposito”.
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Ai riders etero-organizzati spettano tutele da subordinati

04/11/2025

Commercialisti: sì alla legge di bilancio 2026, ma serve correggere le criticità

04/11/2025

Deducibilità dei compensi corrisposti dal professionista in ambito familiare

04/11/2025

Scioglimento della Srl con determina dell'amministratore unico

04/11/2025

Polizze catastrofali imprese: da Confindustria piattaforma digitale per preventivi e sottoscrizioni

04/11/2025

Formazione, Cassazionisti e Premio Ubertini: bandi di Cassa Forense al via

04/11/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy