Il transfer price italiano si adegua alle direttive Ocse. Premiate le imprese che scelgono la trasparenza

Pubblicato il 16 ottobre 2010

I rapporti tra Fisco e contribuenti in materia di transfer price sono in procinto di cambiare ufficialmente. Dopo il provvedimento del direttore delle Entrate dello scorso 29 settembre, da cui si attende a breve una circolare ufficiale, un numero sempre più consistente di soggetti interessati sarà portato ad adeguarsi ai nuovi standard internazionali, così come disposto anche dalla Manovra estiva.

I controlli fiscali su uno degli aspetti più ostici della materia stanno per cambiare e come dice lo stesso Magistro, direttore Accertamento dell’agenzia delle Entrate, “le imprese adottano un principio di trasparenza verso l’amministrazione e quest’ultima ne riconosce la buona fede”.

Dunque, chi si impegnerà ad aderire al sistema di “trasparenza” con il fisco, darà dimostrazione di avere un profilo di rischio minore rispetto a chi non lo fa, ottenendo degli indiscussi vantaggi in termini di minori controlli per le imprese.

Anche l’Italia può considerarsi al passo con le esperienze internazionali più avanzate, il tutto sempre nell’ottica di dare attuazione allo Statuto del contribuente sotto il profilo del principio di collaborazione tra Fisco e cittadino.

A tal proposito, si ricorda che il citato provvedimento del direttore del 29 settembre scorso è in corso di pubblicazione sul sito internet dell'Ocse. In attuazione delle regole dettate dall'Ocse e dalla UE, con il provvedimento in questione, trova applicazione in Italia il metodo basato sull'utile delle transazioni (transactional profits method) secondo quanto riportato nel capitolo III delle linee guida Ocse.

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