Iva per cassa, il rischio-rate

Pubblicato il 31 marzo 2009

In attesa che la pubblicazione in “Gazzetta” del decreto attuativo della manovra anticrisi impartisca il via all’Iva per cassa viene sollevato il caso dei pagamenti frazionati e della rateizzazione nella vendita di beni e servizi, che complicano l’applicazione del nuovo regime. In merito alla rateizzazione viene ricordato che il differimento ex articolo 7 del Dl 185/08 è possibile solo nell’ambito delle cessioni a soggetti passivi d’imposta, non nelle transazioni con privati poiché, in tal caso, manca una documentazione che contenga i dati del cliente. Proprio da questa distinzione nasce il nodo della rateizzazione: nelle operazioni in cui la controparte è rappresentata da imprenditori individuali o professionisti, che possono acquistare sia in qualità di soggetti passivi che di privati, questi possono richiedere la fattura per poi non utilizzarla ai fini fiscali. In quest'ipotesi è necessario che il cedente ottenga dal cessionario una dichiarazione circa la veste in cui compie l’operazione:

- se chi acquista agisce come privato, l’Iva relativa alla cessione a rate seguirà il principio di competenza;

- se chi acquista agisce nella veste di imprenditore o professionista, è ammessa l’emissione di una fattura con Iva a esigibilità differita con rinvio del versamento dell’Imposta all’effettiva percezione del prezzo.

Si ricorda, infine, che le dilazioni superiori a un anno sono soggette al termine annuale alla cui scadenza il cedente è tenuto a versare l’intero importo dell’Iva delle rate non ancora scadute e, viceversa, al cessionario è concessa la detrazione nonostante non abbia effettuato il pagamento.

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