IX Conferenza Cassa Forense: risultati e progetti

Pubblicato il 17 aprile 2010
Nel corso della Conferenza nazionale della Cassa forense (Baveno-Stresa 15-18 aprile 2010), il presidente dell'Ente di previdenza degli avvocati, Marco Ubertini, ha illustrato i risultati della recente riforma previdenziale evidenziando come l'aumento dei contributi per gli iscritti alla Cassa abbia fatto lievitare la liquidità dell'Istituto che potrà ora occuparsi del sostegno in favore delle fasce più deboli della categoria.

Illustrati, altresì, una serie di progetti ed investimenti per il breve e lungo periodo; nel dettaglio, si provvederà a monitorare il territorio per individuare la domanda e metterla "in contatto" con l'offerta: in proposito verrà istituita una agenzia per il lavoro dei legali con il compito di raccordare meglio domanda e offerta sui servizi; previsto anche il potenziamento degli incentivi per i nuovi studi ed un ticket previdenziale in favore delle donne.

Durante l'incontro di Baveno, l'avvocatura ha colto l'occasione per rispondere alle accuse di corporativismo avanzate nei suoi confronti dalle rappresentanze degli imprenditori. A mezzo del presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, è stato sottolineato come proprio nel momento in cui l'avvocatura si appresta a raggiungere una riforma che punta a rafforzarne qualità e autonomia, la stessa “sta subendo, insieme a tutto il comparto delle professioni, una campagna informativa di denigrazione che mira a dare una rappresentanzione disgustosa del modo in cui il professionista partecipa alla vita economica e istituzionale del paese”. Alpa sottolinea, altresì, come la riforma dell'ordinamento forense non sia per nulla corporativa in quanto introduce anche sacrifici per i legali come l’obbligo di assicurazioni obbligatoria e l’obbligo di formazione continua. Con la stessa, in realtà, si punta “a garantire una maggiore qualità della prestazione tramite regole di accesso più stringenti, tariffe minime vincolanti che svolgono anche una funzione di evitare sperequazioni tra clienti potenti e comuni cittadini, un controllo deontologico più stringente”.
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