La Corte di giustizia su protezione rafforzata e allontanamento dei cittadini Ue

Pubblicato il 24 novembre 2010 Con sentenza pronunciata il 23 novembre scorso sulla causa C-145/09, la Corte di giustizia dell'Ue è intervenuta su una domanda pregiudiziale sollevata dai giudici tedeschi in ordine all'interpretazione degli articoli della Direttiva 2004/38/Ce relativa al diritto dei cittadini comunitari e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. La domanda è stata presentata nell'ambito di una vicenda in cui le autorità tedesche avevano revocato il permesso di soggiorno ad un cittadino greco decidendone anche l'allontanamento per motivi imperativi di pubblica sicurezza in considerazione del fatto che lo stesso era stato condannato per traffico illecito di stupefacenti.

I giudici europei hanno dapprima precisato che la concessione della protezione rafforzata prevista dalle norme comunitarie e spettante al cittadino dell'Ue che abbia soggiornato nello Stato membro ospitante durante i dieci anni precedenti la decisione di allontanamento va sottoposta alla verifica “di tutti gli aspetti rilevanti in ciascun caso di specie, in particolare la durata di ciascuna delle assenze dell’interessato dallo Stato membro ospitante, la durata cumulata e la frequenza di tali assenze, nonché le ragioni che hanno indotto l’interessato a lasciare tale Stato membro e che possono determinare se dette assenze comportino o meno lo spostamento verso un altro Stato del centro dei suoi interessi personali, familiari o professionali”.

In secondo luogo, la Corte sottolinea che, in ogni caso, la lotta contro la criminalità legata al traffico di stupefacenti in associazione criminale rientra nella nozione di “motivi imperativi di pubblica sicurezza” tali da giustificare un provvedimento di allontanamento del cittadino comunitario.
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