La dieta specifica che costringe a mangiare a casa deve essere documentata altrimenti niente risarcimento per infortunio in itinere

Pubblicato il 17 maggio 2010 In tema di “infortunio in itinere” la Corte di cassazione, con la recente sentenza n. 11150 del 2010, spiega che non ha diritto al risarcimento il dipendente che in pausa pranzo nel tornare al lavoro dal proprio domicilio subisce un infortunio. Questo anche se l’esigenza di andare a mangiare a casa è dettata dal seguire una dieta specifica, poiché la giustificazione non è suffragata da documentazione comprovante.

Inoltre, i giudici che hanno esaminato il caso di specie evidenziano:

- che non è stato dimostrato in giudizio che l’accordo aziendale prevedesse di considerare la pausa pranzo come tempo di lavoro;

- che la possibilità che si verificasse un incidente era aumentata dal fatto che il domicilio del lavoratore fosse molto distante, in considerazione del breve tempo concesso per il pranzo, e che la strada da percorrere era una strada ad alta velocità percorsa con un macchina guidata da un conducente che aveva violato le norme del codice stradale.
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