L’assegno unico ai figli è legge. Tutte le novità

Pubblicato il 31 marzo 2021

Arriva l’ok dal Senato sull’assegno unico e universale ai figli che ridisegna il sostegno alle famiglie. Il prossimo passo da parte del Governo è quello di attuare la legge delega nei prossimi tre mesi. Secondo le prime indiscrezioni, l’assegno partirà dal prossimo 1° luglio e sarà pari a 250 euro per ogni figlio fino a 21 anni.

A tal fine, sono stati messi a disposizione circa 20 miliardi di euro di cui circa due terzi recuperati dalle modifiche o dalle abolizioni dei diversi istituti previsti dal nostro ordinamento a sostegno della famiglia e della natalità e che vanno dall’assegno al nucleo familiare alle detrazioni per figli a carico, dai bonus asili nido all’assegno a sostegno della natalità o ancora dall’estensione del congedo di paternità alle detrazioni Irpef per il quarto figlio.

L’assegno unico ai figli, come funziona?

Il nuovo assegno, modulato in base al reddito Isee, viene riconosciuto sotto forma di credito d'imposta o di denaro con cadenza mensile per ciascun figlio minorenne a carico, nonché per ogni nascituro a decorrere dal settimo mese fino al 18esimo anno di età e con importo maggiorato dal secondo figlio in poi. Sarà comunque riconosciuto fino al compimento del 21 anno di età ma sarà di importo ridotto e pagato direttamente al figlio maggiorenne nel caso in cui questo:

L’assegno unico ai figli, maggiorazione in caso di disabilità

Altra maggiorazione già prevista dalla legge delega, secondo un’aliquota non inferiore al 30% e non superiore al 50%, è quella per ciascun figlio con disabilità, rispettivamente minorenne o maggiorenne e di età inferiore a 21 anni, con importo della maggiorazione graduato secondo le classificazioni della condizione di disabilità.

L’assegno unico ai figli, compatibile con il RdC e PdC

L’assegno sarà compatibile con il Reddito di Cittadinanza e la Pensione di Cittadinanza. Ciò vale anche se nella determinazione dell’ammontare complessivo dell’assegno e del beneficio economico del RdC si dovrà comunque tener conto del fatto che oggi lo strumento di sostegno alla povertà, per come è costruito, finisce per penalizzare le famiglie con più figli.

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