L'atteggiamento passivo del componente del Cda non è di per sé sufficiente per provare il sostegno alla violazione

Pubblicato il 09 gennaio 2014 Con sentenza n. 563 depositata l'8 gennaio 2014, la Corte di cassazione ha annullato l'ordinanza cautelare con la quale era stato disposto il sequestro preventivo sui beni di un componente del Consiglio di amministrazione di un istituto di credito indagato per aver omesso la denuncia dell'esistenza di un conflitto di interessi in cui si trovavano altri amministratori e aver permesso, pertanto, a questi ultimi di partecipare a una delibera societaria riguardante delle società "beneficiate" con le quali gli stessi avevano dei rapporti.

I giudici della Quinta sezione penale, in particolare, hanno escluso che, con riferimento al ricorrente, potesse ravvisarsi un concorso nel reato contestato agli altri amministratori; ed infatti, “il mero atteggiamento passivo” - si legge nel testo della decisione – interviene solo come “fatto susseguente ed in sé non è rappresentativo di un sostegno anche solo morale alla violazione”.  
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Pubblica amministrazione, il nuovo decreto è legge

09/05/2025

Bonus donne dimezzato per assunzioni nei settori con disparità di genere

09/05/2025

Maternità e rientro in azienda: obblighi, diritti e buone pratiche

09/05/2025

CU 2025: regolarizzazione tardiva con ravvedimento operoso

09/05/2025

Nautica da diporto: contributi per motori elettrici. Proroga domande

09/05/2025

Erasmus per giovani imprenditori 2025: al via lo scambio professionale in Europa

09/05/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy