L'avvocatura a bocca asciutta

Pubblicato il 08 dicembre 2008

Il decreto legge n. 185/2008 dello scorso 29 novembre, cosiddetto pacchetto anti-crisi, non contiene alcuna previsione a favore degli avvocati, salvo l'introduzione del principio di cassa nel pagamento dell'Iva sulle parcelle (il tributo sarà versato allo Stato solo nel momento in cui il cliente avrà effettivamente saldato il dovuto). E' così unanime la critica mossa dalle diverse anime dell'avvocatura al nuovo testo di legge: secondo Guido Alpa, presidente del Cnf, i professionisti “colpiti dalla recessione hanno dovuto procedere senza aiuti, senza interventi straordinari, senza alcuna attenzione da parte della classe politica” anche se producono l'11% del Pil. Michelina Grillo, presidente uscente dell'Oua, ritiene non condivisibile che il decreto non contempli “misure per il ceto medio in generale e per i professionisti con partita Iva in particolare”. Giuseppe Sileci, per Aiga, ritiene singolare che in questo momento di crisi non vengano destinati aiuti ai lavoratori autonomi ed, in particolar modo, ai più giovani. Di diverso avviso la Cassa forense che, a mezzo del presidente Paolo Rosa, vede con favore l'art. 15 del nuovo testo che consente di “non contabilizzare le minusvalenze virtuali”.

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