Le fusioni restringono i confini

Pubblicato il 14 febbraio 2008

L’agenzia delle Entrate ha emesso, ieri, la risoluzione n. 42 con la quale si spiega che l’aggregazione fra due società residenti nel medesimo Stato Ue (nel caso si tratta di società inglesi) ma con stabili organizzazioni in Italia ricade tra le operazioni non riconducibili nella fattispecie della fusione transfrontaliera – articoli 178 e 179 del Tuir – e, quindi, non può beneficiare del regime di neutralità. L’Agenzia precisa anche che la procedura aggregativa di diritto inglese “Part VII Transfer” non è equiparabile al concetto di fusione inteso dalla legge italiana. I requisiti per l’applicazione del regime non sussistono in quanto:

- dovrebbero essere coinvolte società di due o più Stati membri;

- il limited company è tipologia societaria esclusa dalla neutralità;

- il trasferimento del patrimonio dell’incorporata all’incorporante nel “Part VII Transfer” è solo eventuale, contrariamente a quanto avviene per le fusioni secondo il Tuir;

- la fusione doveva essere caratterizzata dall’estinzione senza liquidazione dell’incorporata (nella procedura inglese è facoltà concessa all’autorità giudiziaria).

Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Consulenti del lavoro: in scadenza la seconda rata contributiva all'ENPACL

20/06/2025

Controllo digitale sul lavoro: rischi e sfide del monitoraggio

20/06/2025

Bando Isi 2024: concluso click day del 19 giugno

20/06/2025

Tessere di identificazione dei lavoratori per rafforzare la sicurezza sul lavoro

20/06/2025

Bonus edilizi, la prima casa è agevolata

20/06/2025

Revoca delle dimissioni: iter, tempistiche e obblighi

20/06/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy