Le interpretazioni della Cassazione sui condoni fiscali

Pubblicato il 17 ottobre 2009 Dopo la condanna del Governo italiano da parte della Corte di Giustizia Ue (causa C-132/06), che ritiene che la sanatoria prevista dalla legge n. 289/02 sia contraria ai principi comunitari, riconoscendo l’incompatibilità dell’ultimo condono fiscale con la norma comunitaria, la Corte di Cassazione continua a dibattere su tale argomento. In alcune sentenze degli ultimi due mesi (le n. 20068 e 20069 del 18 settembre e la n. 21719 del 13 ottobre), la Cassazione parte proprio dall’affermazione dei giudici comunitari secondo cui la sanatoria prevista dalla legge n. 289/02 è contraria ai principi comunitari, in quanto prevede un’aprioristica rinuncia da parte dello Stato membro all’applicazione (anche in sede di accertamento) dell’Iva dovuta. Da qui, la conclusione dei Supremi giudici secondo cui “l’assoluta indisponibilità da parte degli Stati membri di una puntuale applicazione della disciplina comunitaria in materia di Iva comporta che anche le misure di tenore diverso al cosiddetto condono tombale incorrono in tale rigoroso divieto”.
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