Le vendite di case finiscono sotto zero

Pubblicato il 22 dicembre 2008

In base agli ultimi dati, in Italia le compravendite immobiliari sono scese più della media, replicando il dato negativo registrato nei primi sei mesi dell'anno (-14,1%). Nel terzo trimestre del 2008, le transazioni di immobili sono calate del 13% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La flessione delle compravendite è più forte nelle piccole città di provincia che nei capoluoghi, più al Nord che al Sud e colpisce più le abitazioni che le altre categorie di immobili. Secondo Caterina Andreussi, responsabile dell'ufficio studi dell'Omi, l'Osservatorio sul mercato immobiliare del Territorio, “Una delle ragioni più importanti del rallentamento delle vendite, se non la più importante in assoluto, è la difficoltà di accesso al credito da parte delle famiglie”. Dall'inizio della crisi, infatti, le banche sono diventate più prudenti con i mutui. Proprio per questo motivo, il calo delle compravendite è stato più forte nelle regioni settentrionali dove si ricorre al mutuo nel 54,9% degli acquisti immobiliari (al Sud la percentuale è del 38,8%). I contratti, poi, sono diminuiti più in provincia che nei capoluoghi in quanto nelle grandi città il mercato aveva già iniziato a rallentare; inoltre, grazie alla maggiore disponibilità di terreni edificabili, oggi in provincia l'offerta è relativamente elevata. Infine, la diminuzione delle vendite ha colpito principalmente il settore residenziale in quanto, spiega la ricercatrice dell'agenzia del Territorio, “quello dell'abitazione principale è il segmento di primo approccio al mercato immobiliare ed è normale che sia il più debole nel momento in cui ad andare in difficoltà sono le famiglie. Uffici, negozi e capannoni seguono logiche differenti”. La domanda di case, divenendo sempre più debole nel complesso, è ormai composta,  prevalentemente, da chi compra casa non per speculare sul prezzo ma per uso diretto.

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