Legge annuale PMI: part-time incentivato per il ricambio generazionale

Pubblicato il 09 giugno 2025

Il 4 giugno 2025 è stato assegnato alla 9ª Commissione permanente del Senato il disegno di legge annuale dedicato alle piccole e medie imprese (PMI) (Atto Senato n. 1484).

Si tratta della prima attuazione dell’art. 18 della legge 180/2011 che, sulla scorta dello Small Business Acteuropeo (comunicazione della Commissione europea COM (2008) 394 definitivo, del 25 giugno 2008), prevede che, entro il 30 giugno di ogni anno, il Governo, su proposta del Ministro delle Imprese e del made in Italy, sentita la Conferenza unificata, presenti alle Camere un disegno di legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese volto a definire gli interventi in materia per l’anno successivo. 

Obiettivo del legislatore europeo e italiano è promuovere la crescita delle micro, piccole e medie imprese attraverso la rimozione degli ostacoli allo sviluppo, la riduzione degli oneri burocratici e l’introduzione di misure di semplificazione amministrativa, inclusa la revisione dei procedimenti sanzionatori legati agli adempimenti verso la pubblica amministrazione.

Tra i diversi articoli (19 in tutto) che compongono il disegno di legge, spiccano alcuni di specifico interesse per i datori di lavoro. Uno, in particolare, incentiva il ricambio generazionale.

Part-time incentivato in via sperimentale

L’articolo 4 del disegno di legge annuale per le PMI introduce, in via sperimentale per gli anni 2026 e 2027, una misura volta a favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, incentivando i lavoratori più anziani prossimi alla pensione al part-time.

La finalità è chiara: creare nuove opportunità occupazionali per i giovani liberando anticipatamente posizioni lavorative, attraverso un meccanismo di pensionamento flessibile che consenta, nel contempo, una trasmissione graduale delle competenze e una migliore conciliazione vita-lavoro per i lavoratori senior.

Part-time incentivato: per quali lavoratori?

Per accedere al regime di incentivo al part-time per l’accompagnamento alla pensione, i lavoratori devono:

Viene riconosciuta la possibilità di cumulo dei periodi contributivi non coincidenti nelle sole gestioni INPS, purché il lavoratore non sia già titolare di un trattamento pensionistico.

NOTA BENE: La misura è applicabile limitatamente a 1.000 lavoratori complessivi, con uno stanziamento dedicato.  

Part-time incentivato: come funziona?

Il cuore della previsione di legge risiede nell’accordo tra lavoratore senior e datore di lavoro. I soggetti interessati presentano domanda all’INPS ai fini della verifica dei requisiti pensionistici e secondo le modalità che saranno stabilite dall’Istituto previdenziale.

Il lavoratore può scegliere di ridurre il proprio orario di lavoro tra il 25% e il 50%, concordando con il datore di lavoro, con atto avente data certa, le modalità di svolgimento della prestazione, anche attraverso clausole elastiche o flessibili riferite alla settimana o al mese.

Il lavoratore che trasforma il rapporto da full time a part-time ha un doppio beneficio, godendo:

Assunzione di giovani under 34

Elemento legittimante l’intervento è il vincolo di sostituzione parziale: per ogni lavoratore che accede al part-time incentivato, il datore di lavoro deve contestualmente procedere all’assunzione di un giovane under 34, a tempo pieno e indeterminato.

Per questa assunzione il datore di lavoro può fruire delle agevolazioni previste dalla legislazione vigente, se in possesso dei requisiti previsti.

Le agevolazioni sono riconosciute dall’INPS nel rispetto del limite numerico (1.000 lavoratori) e dei limiti di spesa previsti.

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