Locazioni in nero. Rischio risarcimento per gli inquilini

Pubblicato il 22 marzo 2014 Alla luce della sentenza della Corte Costituzionale del 14 marzo scorso, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale, per eccesso di delega, delle norme sulla cedolare secca, di cui al Dlgs n. 23/2011, è stata presentata, in data 21 marzo 2014, una interpellanza urgente alla Camera dalla deputata Ileana Piazzoni (Sel) per valutare gli effetti del rischio risarcimenti che dovrebbe vedere coinvolti circa 500 mila contratti di affitto stipulati in nero (Consulta anche l’articolo di Edicola “Locazioni in nero, pronuncia della Consulta”).

Conclusioni sentenza

La Consulta ha, infatti, cancellato, con effetto retroattivo, quelle norme che consentivano al conduttore che avesse denunciato all'Agenzia delle entrate la mancata registrazione del contratto di locazione, di ottenere il diritto ad abitare l'immobile per un periodo di 4 anni con un canone ridotto del 70-80%. Il tutto con il rischio, ora, per gli inquilini che hanno denunciato, di dover pagare gli arretrati della differenza tra il canone in nero e quello imposto dopo la denuncia al Fisco.

Motivazioni interpellanza

Nell’interpellanza, dunque, la richiesta al Governo non solo di stimare il numero dei soggetti coinvolti, ma anche di trovare una soluzione per evitare che coloro che sono stati oggetto di un tentativo di evasione fiscale debbano ora anche risarcire chi ha tentato l’evasione stessa, senza tener conto, poi, del problema legato al numero dei ricorsi che potrebbero andare ad intasare nei prossimi mesi i tribunali.
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