Maltrattamenti in famiglia in presenza di un rapporto di supremazia-soggezione

Pubblicato il 23 novembre 2011 Con sentenza n. 43100 depositata il 22 novembre 2011, la Cassazione ha ribaltato la decisione con cui la Corte d’assise d’Appello di Salerno aveva condannato, per maltrattamenti in famiglia, il sindaco di un Comune campano che era stato accusato di aver vessato un dipendente comunale tanto da indurlo al suicidio.

Secondo la Corte di legittimità, per la configurabilità del reato contestato era necessario accertare la presenza di un rapporto di “supremazia-soggezione” tra l’imputato e la vittima.

In particolare i giudici di Cassazione hanno sottolineato che il nesso di supremazia, benché originariamente e tradizionalmente confinato nell'ambito familiare e poi successivamente esteso anche ai rapporti educativi, di istruzione, di cura, di vigilanza, di custodia o a quelli che si instaurano nell'ambito di un rapporto di lavoro dal Codice del 1930, non era, tuttavia, riscontrabile nel caso in esame.
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