“Messa alla prova” sotto accusa

Pubblicato il 20 novembre 2008
Si discute sulla misura della “messa alla prova” contenuta nel disegno di legge in materia di effettività della pena. Due sono gli obiettivi di questa proposta con cui verrebbe sospeso il procedimento con possibile estinzione del reato in caso di riabilitazione: da una parte si intende alleggerire il processo penale per i reati di competenza del giudice unico, dall'altra si vuole utilizzare il carcere solo come ultima possibilità. Il punto maggiormente criticato, anche in seno alla maggioranza, è relativo al tetto dei quattro anni che potrebbe ora essere abbassato a tre o due.

La “messa in sicurezza” è solo l'ultimo degli strumenti creati negli anni dal legislatore per risolvere le ricorrenti emergenze della giustizia penale e della sovra-popolazione carceraria. Benché i propositi siano legittimi, provvedimenti di tal genere possono comunque produrre delle ricadute sul principio di certezza della legge e sulla credibilità del sistema penale. Da qui l'auspicio che tali scelte vengano operate nel contesto di una riforma complessiva del diritto penale in cui sia la legge a stabilire, in modo diretto e trasparente, a quali reati riservare la pena detentiva e quali punire con sanzioni diverse ma non prive di efficacia.
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