Non conta il codice Iva inattivo

Pubblicato il 04 febbraio 2008

La Ctp di Milano, con la sentenza 463 del 2007, è intervenuta a chiarire che non è sanzionabile il contribuente che ha lavorato in buona fede con operatori economici Cee le cui partite Iva sono state definite “morte” dall’agenzia delle Dogane. Ai fini dell’Iva intracomunitaria se le merci sono state esportate dall’Italia nel rispetto delle regole doganali ed i pagamenti sono avvenuti secondo i termini e le condizioni stabilite dalle parti le operazioni sono da ritenere valide in quanto non hanno recato danni al Fisco. Nella sentenza si specifica che l’imprenditore Cee – acquirente – avrebbe dovuto comunicare al committente italiano il cambio di partita Iva. La “buona fede” della società è dedotta dal fatto che gli acquirenti erano clienti di vecchia data e le operazioni erano state realmente effettuate. 

Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Separazione delle carriere: approvata la riforma, ora il referendum

31/10/2025

Elenco revisori enti locali 2026: pubblicato l’avviso per iscrizione e mantenimento

31/10/2025

Collegato agricolo: sostegno a filiere, giovani e donne

31/10/2025

Giustizia e intelligenza artificiale: i limiti fissati da Cassazione e TAR

31/10/2025

Dogane, dal 1° novembre 2025 nuovo assetto organizzativo: cosa cambia

31/10/2025

Commercialisti, novità per le imprese sociali non cooperative

31/10/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy