Offesa al capo assolta se è reciproca

Pubblicato il 12 giugno 2006

– sentenza 12438 del 25 maggio 2006 – ribadisce il principio per cui un comportamento del dipendente altrimenti sanzionabile, anche con l’estrema sanzione del licenziamento, perde tale connotato quando costituisce una reazione a un comportamento provocatorio di un altro soggetto. Non può, cioè, considerarsi valido il licenziamento di un lavoratore che abbia risposto a “male parole” a un proprio superiore se questi lo aveva a sua volta offeso. Nella fattispecie, il lavoratore è stato leso per primo nella sua dignità e personalità dalle parole del dirigente. Dunque non gli è applicabile il principio, consolidato in giurisprudenza, in base al quale le espressioni offensive e le minacce proferite verso propri superiori costituiscono una giusta causa di licenziamento.

Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Bando ISI 2025: dall'Inail 600 milioni di euro a fondo perduto per la sicurezza

19/12/2025

Inail: nuove funzionalità per l'accesso agli atti

19/12/2025

Terzo settore: aggiornate le Norme di comportamento degli organi di controllo

19/12/2025

Prelievo erariale unico: compilazione modello F24 Accise

19/12/2025

Licenziamento per GMO dopo riorganizzazione aziendale con AI: legittimo

19/12/2025

5 per mille Onlus: elenchi 2025 pubblicati e nuove regole 2026

19/12/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy