Pensionati lavoratori, sì ad indennità di malattia. A quali condizioni?

Pubblicato il 12 marzo 2025

I pensionati lavoratori hanno diritto alla tutela previdenziale spettante per la generalità dei lavoratori in caso di malattia.

Ma con quali limiti e a quali condizioni?

Vediamo di seguito quanto chiarito dall’Inps con la circolare n. 57 dell’11 marzo 2025.

Indennità di malattia

L’indennità di malattia è una prestazione previdenziale che ha lo scopo di compensare la perdita di reddito subita dal lavoratore a seguito di un evento morboso che lo costringe a interrompere temporaneamente la propria attività lavorativa.

Questa prestazione viene generalmente riconosciuta ai lavoratori subordinati iscritti all’Inps, per i quali è previsto appunto il versamento della relativa contribuzione.

Fino a oggi (si veda il paragrafo 3 della circolare n. 95 del 6 settembre 2006), il regime previdenziale per i lavoratori pensionati era particolarmente restrittivo. La normativa previgente stabiliva che, al momento della cessazione del rapporto di lavoro e del pensionamento, il soggetto perdeva il diritto all’indennità di malattia. Inoltre, anche qualora il pensionato avesse successivamente instaurato un nuovo rapporto di lavoro, comunque non gli veniva riconosciuta la copertura previdenziale per la malattia. Questa interpretazione derivava da un principio fondamentale della previdenza sociale: l’indennità di malattia è concepita per coprire la perdita di reddito del lavoratore attivo, mentre il pensionato percepisce già una rendita fissa che, secondo la normativa previgente, gli garantiva un sostegno economico indipendentemente dall’attività lavorativa.

La circolare n. 57/2025 cambia però prospettiva, adeguandola al quadro normativo attuale che consente ai pensionati di avviare un nuovo rapporto di lavoro dipendente.

La questione della cumulabilità tra pensione e indennità di malattia

Uno dei temi chiave riguarda la cumulabilità tra il trattamento pensionistico e l’indennità di malattia.

Il principio generale stabilisce che l’indennità di malattia è destinata ai lavoratori attivi e non ai soggetti che percepiscono un reddito di pensione; tuttavia, la circolare chiarisce che il riconoscimento della prestazione economica di malattia non è più automaticamente escluso per i pensionati, ma è subordinato al rispetto di determinate condizioni.

In particolare, un pensionato che avvia un nuovo rapporto di lavoro dipendente diventa un lavoratore attivo a tutti gli effetti e, di conseguenza, matura il diritto all’indennità di malattia per il periodo in cui è assoggettato all’obbligo contributivo per la specifica prestazione.

La nuova interpretazione normativa tiene conto del fatto che un pensionato-lavoratore, se colpito da malattia, perde la fonte di reddito aggiuntiva derivante dall’attività lavorativa.

L’indennità di malattia, dunque, si configura come un meccanismo di protezione sociale per compensare questa perdita economica.

Tuttavia, la cumulabilità tra pensione e indennità di malattia è soggetta ad alcune limitazioni.

Requisiti e obblighi

Perché un pensionato lavoratore possa beneficiare della tutela previdenziale della malattia devono sussistere tre condizioni fondamentali:

  1. Il soggetto deve avere un contratto di lavoro dipendente attivo.

    • Il lavoratore deve aver instaurato un nuovo rapporto di lavoro subordinato con un datore di lavoro. Questo significa che la tutela previdenziale non si applica ai pensionati che svolgono attività autonoma o professionale, in quanto per queste categorie non è prevista l’indennità di malattia.

    • Il rapporto di lavoro deve essere effettivamente in corso al momento dell’evento morboso. Se il contratto si è concluso prima della malattia, il lavoratore non ha diritto alla prestazione.

  2. Il datore di lavoro deve versare regolarmente i contributi previdenziali per la malattia.

    • Il riconoscimento dell’indennità di malattia dipende dal versamento della contribuzione previdenziale obbligatoria per il settore di appartenenza e per la qualifica del lavoratore.

    • Se il contratto di lavoro non prevede il versamento di contributi per la malattia (ad esempio, per alcune categorie di lavoratori autonomi o parasubordinati), il pensionato-lavoratore non avrà diritto alla prestazione.

  3. La specifica tutela previdenziale deve essere prevista dalla normativa per la categoria di appartenenza.

    • Non tutte le categorie di lavoratori sono coperte dall’indennità di malattia. Alcune gestioni previdenziali non prevedono il riconoscimento della tutela per i soggetti già titolari di pensione, indipendentemente dal versamento contributivo.

Il rispetto di questi requisiti è essenziale per garantire l’accesso alla prestazione.

Esclusioni e limitazioni

Titolari di pensione di inabilità

I lavoratori che percepiscono una pensione di inabilità non possono svolgere alcuna attività lavorativa, in quanto questa tipologia di pensione è concessa soltanto a soggetti totalmente inabili al lavoro.

Lavoratori iscritti alla Gestione separata

I pensionati che svolgono un’attività lavorativa e sono iscritti alla Gestione separata Inps non possono usufruire dell’indennità di malattia.

Obblighi contributivi per i datori di lavoro

Il datore di lavoro deve garantire il versamento della contribuzione per malattia se il contratto di lavoro e il settore di appartenenza del lavoratore lo prevedono.

Il caso specifico degli operai agricoli a tempo determinato (OTD)

Un caso particolare è quello degli operai agricoli a tempo determinato (OTD), che seguono una disciplina specifica per quanto riguarda la tutela previdenziale della malattia.

Per questa categoria, il diritto all’indennità di malattia è collegato alla permanenza negli elenchi anagrafici agricoli.

Gli operai agricoli a tempo determinato mantengono inoltre il diritto all’indennità di malattia fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello di riferimento degli elenchi anagrafici; tuttavia, se il lavoratore non instaura un nuovo rapporto di lavoro attivo, perde automaticamente la tutela previdenziale della malattia.

Questa disposizione è particolarmente rilevante per gli OTD pensionati, che devono prestare attenzione alla scadenza della loro iscrizione agli elenchi anagrafici per non perdere il diritto alla tutela previdenziale.

Faq

1. I pensionati possono accedere all’indennità di malattia?

Sì, i pensionati lavoratori possono beneficiare dell’indennità di malattia, ma solo se soddisfano determinati requisiti, tra cui:

2. Chi sono i pensionati esclusi dall’indennità di malattia?

Alcune categorie di pensionati non possono beneficiare della tutela previdenziale della malattia.

3. Quali requisiti deve soddisfare un pensionato per ottenere l’indennità di malattia?

Per ottenere la tutela previdenziale della malattia, il pensionato lavoratore deve:

  1. avere un rapporto di lavoro dipendente attivo al momento della malattia;
  2. essere assoggettato al versamento dei contributi previdenziali per la malattia da parte del datore di lavoro;
  3. lavorare in un settore per il quale la normativa prevede questa tutela.

4. I lavoratori autonomi pensionati hanno diritto all’indennità di malattia?

No. L’indennità di malattia spetta solo ai lavoratori dipendenti. I pensionati che svolgono attività autonoma o professionale non rientrano nella categoria dei soggetti tutelati dalla previdenza sociale in caso di malattia.

5. Il datore di lavoro è obbligato a versare i contributi per la malattia di un pensionato lavoratore?

Sì, se previsto per il settore e la qualifica del lavoratore. Anche se il dipendente è già titolare di un trattamento pensionistico, il datore di lavoro deve versare regolarmente i contributi previdenziali per la malattia, al pari di qualsiasi altro lavoratore dipendente.

6. Cosa succede se il datore di lavoro non versa i contributi per la malattia?

Se il datore di lavoro non versa i contributi previdenziali obbligatori per la malattia, il pensionato lavoratore non potrà accedere all’indennità in caso di malattia. È quindi fondamentale che il datore di lavoro rispetti gli obblighi contributivi previsti dalla normativa.

7. Gli operai agricoli a tempo determinato (OTD) possono ottenere l’indennità di malattia?

Sì, ma con una limitazione temporale. Gli operai agricoli a tempo determinato (OTD) mantengono il diritto all’indennità di malattia fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello di riferimento degli elenchi anagrafici agricoli.

Se il lavoratore non instaura un nuovo rapporto di lavoro attivo, perde automaticamente il diritto alla tutela previdenziale della malattia.

8. Se un pensionato percepisce l’indennità di malattia, la sua pensione viene sospesa?

9. I pensionati che lavorano part-time hanno diritto all’indennità di malattia?

Sì, se il lavoratore è regolarmente assunto con un contratto di lavoro dipendente e il datore di lavoro versa i contributi previdenziali per la malattia. Il diritto all’indennità di malattia non dipende dall’orario di lavoro, ma dalla tipologia di rapporto di lavoro e dalla regolarità dei contributi.

10. Esistono eccezioni alla cumulabilità tra pensione e indennità di malattia?

Sì, esistono casi di incompatibilità tra pensione e indennità di malattia, ad esempio:

11. Come si richiede l’indennità di malattia?

La richiesta di indennità di malattia segue la procedura standard INPS.

  1. Certificazione medica: il medico curante deve trasmettere il certificato di malattia all’INPS.
  2. Comunicazione al datore di lavoro: il lavoratore deve informare tempestivamente il proprio datore di lavoro dell’assenza per malattia.
  3. Verifica dei requisiti: l’Inps valuta se il lavoratore possiede i requisiti per ottenere l’indennità.
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