Per i commercialisti prove di nuova tariffa

Pubblicato il 06 marzo 2008

E’ stata inviata ieri, al ministero di Giustizia, la proposta di tariffa professionale per gli iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, approvata dal Consiglio nazionale di categoria nella seduta del 20 e del 21 febbraio. Essa avanza una richiesta di adeguamento secondo i coefficienti Istat di +58,7% per il periodo giugno 1991-dicembre 2007.

Il Consiglio ha anche formulato una serie di indicazioni discendenti dal dlgs 231/2007, illustrando nella informativa numero 10 del 4 marzo i punti salienti del complesso dispositivo antiriciclaggio e, soprattutto, elaborando uno schema di lettera informativa per la clientela. Che evidenzia gli obblighi a carico dei professionisti: adeguata verifica della clientela, registrazione e segnalazione delle operazioni sospette. Restano off limits le operazioni in contanti, ma è ammesso il pagamento in contanti di una fattura a rate, purché queste siano inferiori a 5 mila euro.

La sentenza del Tar Lazio n. 1938/2008 riconosce che le Casse di previdenza dei professionisti non godono di finanziamenti pubblici e non gravano sul bilancio pubblico. Perciò non è logico siano ricomprese dall’Istat nell’elenco delle amministrazioni pubbliche, né sottoposte ai tetti di contenimento della spesa pubblica al fine di assicurare gli obiettivi di finanza stabiliti dalla Comunità europea. La decisione segna un punto a favore dell’Adepp, che aveva richiesto l’annullamento dell’elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato stilato dall’Istituto statistico in base all’articolo 1, comma 5 della legge 311/2004 (Finanziaria 2005), nella parte in cui comprendeva gli enti limitando l’aumento della spesa complessiva a un massimo del 2% rispetto alle corrispondenti previsioni aggiornate dell’anno precedente.

E’ rinviato a giudizio l’avvocato Pietro Deodato, ex legale dell’ente di previdenza della Cassa dei ragionieri, accusato l’estate scorsa di un ammanco di circa sette milioni di euro. Il capo d’imputazione è truffa pluriaggravata.

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