Per i consulenti del lavoro laurea d’obbligo

Pubblicato il 15 marzo 2007

Approvata ieri dal Senato la “mini-comunitaria” che recepisce direttive Ue per bloccare le procedure di infrazione avviate da Bruxelles nei confronti dell’Italia.

In particolare, con una maggioranza bipartisan, Palazzo Madama ha accolto l’emendamento che introduce l’obbligo di laurea, almeno triennale, per i consulenti del lavoro. Per chi si è abilitato con il diploma di scuola superiore, sarà possibile iscriversi all’Albo entro tre anni dall’entrata in vigore della legge. Mentre coloro che non sono laureati, ma possiedono comunque il certificato di avvenuta pratica, sono iscritti al registro praticanti o hanno presentato domanda, avranno tempo di sostenere l’esame fino al 31 dicembre 2013. La presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, in attesa del voto della Camera, si dice soddisfatta per un emendamento che tutela la professionalità e la qualità della categoria. Nella stessa sede sono stati stralciati, però, i due interventi più attesi, inseriti nel disegno di legge di conversione del decreto legge n. 10/07: l’abolizione degli incentivi ”Cip 6” ai produttori di energie non rinnovabili e quella del permesso per i soggiorni brevi.

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