L ’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha pubblicato il 20 maggio 2025 la relazione annuale, documento istituzionale di riferimento che rende conto delle attività svolte nel 2024.
La relazione fotografa un anno di grande fermento, in cui la strategia dell’Autorità si è mossa lungo tre assi fondamentali:
Il documento, come di consueto, è stato trasmesso alla Camera dei Deputati ed è articolato in cinque macro-sezioni che esplorano in profondità i rapporti istituzionali, gli sviluppi in ambito nazionale e internazionale, la regolazione e vigilanza sui contratti pubblici, e infine i profili organizzativi e digitali interni all’ente.
Nel corso del 2024 l’ANAC ha proseguito il proprio percorso di garante della legalità nel sistema delle commesse pubbliche, cercando però di spostare il focus da un approccio esclusivamente sanzionatorio a una logica più collaborativa e di supporto operativo; si tratta di un cambio di paradigma rafforzato dalla diffusione di strumenti digitali innovativi, pensati per agevolare gli enti pubblici, in particolare i piccoli Comuni, nell’adempimento degli obblighi normativi legati all’anticorruzione e alla trasparenza.
Una delle principali novità del 2024, ben evidenziata nella relazione, è l’entrata in vigore effettiva del sistema di digital procurement, introdotto dal decreto legislativo n. 36/2023.
Dal 1° gennaio 2024, infatti, è operativa l’ecosistema digitale degli appalti pubblici, che rappresenta un radicale cambiamento di paradigma nel modo in cui vengono gestiti, monitorati e documentati i contratti pubblici.
L’integrazione tra Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico (FVOE), Piattaforma Unica della Trasparenza, Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP) e altri strumenti ha reso possibile un tracciamento preciso, automatizzato e in tempo reale di ogni fase della procedura di gara, riducendo notevolmente il rischio di irregolarità e aumentando la trasparenza amministrativa.
In parallelo, ANAC ha dato impulso al sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, altro pilastro del nuovo modello normativo: grazie all’attuazione di criteri rigorosi e misurabili, il sistema ha permesso di identificare con chiarezza gli enti realmente idonei a gestire procedure complesse, promuovendo una maggiore efficienza e competenza nella spesa pubblica.
Dal punto di vista quantitativo, i numeri riportati nella relazione annuale 2025 confermano un notevole aumento dell’interazione tra cittadini, imprese e ANAC: nel solo 2024 sono state oltre 124.000 le comunicazioni ricevute dall’Autorità, tra segnalazioni, richieste di pareri, istanze e altri contributi.
Si tratta di un incremento del 40% rispetto al 2023 e di oltre il 60% rispetto al 2022, a dimostrazione di una crescente consapevolezza pubblica sull’importanza delle politiche di legalità e trasparenza.
La relazione evidenzia anche come l’ANAC abbia prodotto quasi 600 delibere nel corso dell’anno, frutto di istruttorie approfondite condotte su tematiche molto variegate, dall’incompatibilità di incarichi dirigenziali al whistleblowing, fino alla gestione anomala di affidamenti pubblici. Il lavoro dell’Autorità non si è limitato al territorio nazionale: importanti sono stati anche gli interventi e i partenariati a livello internazionale, con la partecipazione a reti globali per la prevenzione della corruzione e la promozione dell’integrità pubblica.
La Relazione ANAC 2025, presentata alla Camera dei Deputati il 20 maggio 2025, offre una visione completa e articolata dell’operato dell’Autorità Nazionale Anticorruzione nel corso del 2024.
Si tratta di un documento fondamentale per comprendere l’evoluzione della governance pubblica, i risultati ottenuti nella prevenzione della corruzione, il grado di applicazione del Codice dei contratti pubblici e lo stato dell’arte in materia di digitalizzazione amministrativa.
La relazione si fonda su un doppio binario normativo che ne determina natura e contenuti: il primo riferimento è la legge 6 novembre 2012, n. 190, nota come “Legge anticorruzione”, che ha istituito l’ANAC attribuendole il compito di vigilare sull’efficacia dei sistemi pubblici di prevenzione della corruzione, sulla trasparenza e sull’integrità delle amministrazioni. In particolare, l’art. 1, comma 2, lettera g) della legge prevede l’obbligo annuale per l’Autorità di redigere una relazione sulle attività svolte, da presentare al Parlamento.
Il secondo riferimento fondamentale è il D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36, il nuovo Codice dei contratti pubblici, che ha introdotto una profonda revisione normativa del sistema degli appalti, con l’obiettivo di semplificare, digitalizzare e rendere più trasparente ogni fase del ciclo di vita del contratto pubblico.
Il Codice, in particolare con l’articolo 222, comma 3, lettera e), ribadisce il ruolo di ANAC nel monitoraggio del sistema e nel supporto agli enti appaltanti.
Nel 2024 l’ANAC ha registrato una crescita significativa delle attività e delle interazioni con il sistema pubblico e con la società civile. Il dato più evidente riguarda il numero di comunicazioni ricevute dall’esterno: quasi 124.000 tra segnalazioni, istanze, richieste di parere, osservazioni e contributi da parte di cittadini, amministrazioni, imprese e associazioni, con un aumento del 40% rispetto al 2023 e oltre il 60% rispetto al 2022, un chiaro segnale del crescente interesse verso i temi dell’anticorruzione e della trasparenza.
A fronte di questa mole di input, l’ANAC ha prodotto quasi 600 delibere, a testimonianza di un’attività istituzionale intensa e articolata.
Le delibere hanno riguardato questioni relative a incompatibilità, violazioni di obblighi di pubblicazione, conflitti di interesse, vigilanza sugli appalti, whistleblowing e molto altro.
Oltre all’aumento quantitativo, è cresciuto anche il livello qualitativo delle interlocuzioni, grazie all’utilizzo di strumenti digitali sempre più efficienti e interoperabili con le banche dati pubbliche. La digitalizzazione, infatti, si è affermata come elemento chiave nel potenziamento delle funzioni di monitoraggio e supporto dell’ANAC.
Uno degli ambiti cardine dell’azione ANAC riguarda la prevenzione della corruzione e la promozione della trasparenza amministrativa, due leve fondamentali per costruire una pubblica amministrazione efficace, equa e orientata al risultato.
Nel corso del 2024, ANAC ha pubblicato l’aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione 2022–2024, con un focus specifico rivolto alle esigenze dei piccoli Comuni, aggiornamento pensato per rispondere alle difficoltà operative degli enti locali di dimensioni ridotte, che spesso dispongono di risorse limitate e competenze tecniche insufficienti per affrontare gli obblighi previsti dalla normativa anticorruzione.
Tra le novità introdotte:
Uno dei progetti tecnologici più rilevanti del 2024 è stata l’implementazione della Piattaforma Unica della Trasparenza, strumento sviluppato da ANAC per automatizzare i controlli sugli obblighi di pubblicazione.
La piattaforma rappresenta un’evoluzione sostanziale rispetto ai sistemi precedenti, poiché consente:
Grazie a questa piattaforma, gli enti possono adempiere con maggiore facilità ai loro obblighi e l’ANAC può concentrarsi sull’analisi qualitativa dei contenuti e sull’individuazione tempestiva di anomalie sistemiche.
I benefici sono duplici: da un lato, si riduce il carico burocratico per le amministrazioni; dall’altro, si aumenta il livello di accountability della pubblica amministrazione.
La sezione della relazione dedicata alla vigilanza e al whistleblowing evidenzia il consolidamento di un modello di controllo sempre più proattivo, partecipativo e tecnologicamente avanzato.
Nel 2024 ANAC ha condotto numerose attività di vigilanza, sia ordinarie che su segnalazione. Particolare attenzione è stata riservata:
Sono stati attivati anche protocolli di vigilanza collaborativa con amministrazioni “a rischio”, come Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose o enti coinvolti in emergenze straordinarie.
Tutela dei segnalanti
Il 2024 ha visto anche la piena attuazione delle nuove norme sul whistleblowing, a seguito del recepimento della Direttiva UE 2019/1937. ANAC ha aggiornato la propria piattaforma di raccolta delle segnalazioni per renderla più sicura, accessibile e conforme agli standard europei.
Tra le innovazioni più rilevanti:
Inoltre, è stata istituita un’apposita unità operativa per la tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti, con il compito di accompagnare il segnalante nel percorso di protezione e prevenire ritorsioni.
Il 2024 ha rappresentato un punto di svolta per il settore degli appalti pubblici in Italia: l’entrata a regime del nuovo Codice dei contratti pubblici ha infatti introdotto una profonda riforma dell’intero sistema, fondata su principi di semplificazione, digitalizzazione, trasparenza e efficienza amministrativa.
A distanza di un anno dalla sua adozione, il nuovo impianto normativo ha iniziato a mostrare i suoi effetti concreti nella gestione del procurement pubblico, ponendo le basi per un cambiamento strutturale di lungo periodo.
Uno degli elementi chiave del nuovo Codice è stato l’avvio dell’ecosistema di approvvigionamento digitale, divenuto obbligatorio a partire dal 1° gennaio 2024, una trasformazione radicale del modo in cui vengono gestite le gare pubbliche, puntando sull’interoperabilità tra piattaforme, la tracciabilità integrale delle procedure e la dematerializzazione degli atti amministrativi.
Ecosistema digitale integrato
L’ecosistema digitale degli appalti pubblici si basa sulla connessione tra diversi strumenti e banche dati.
Pilastro di questo nuovo sistema è il Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico (FVOE), disciplinato dall’art. 24 del Codice.
Si tratta di una sezione della BDNCP in cui vengono archiviati i documenti e le informazioni relative ai requisiti di partecipazione degli operatori economici (requisiti generali, economico-finanziari e tecnico-organizzativi).
Il FVOE consente alle stazioni appaltanti di accedere rapidamente a informazioni verificate e aggiornate, senza la necessità di richiedere nuovamente la documentazione ai concorrenti. Questo meccanismo:
Tuttavia, ANAC ha segnalato alcune criticità operative legate ai ritardi nei riscontri da parte degli enti certificanti e ha proposto un perfezionamento delle modalità di aggiornamento e consultazione del fascicolo, al fine di garantirne la piena operatività.
Altro cardine della riforma è stato l’avvio del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, previsto dal nuovo Codice con l’obiettivo di migliorare la qualità della domanda pubblica e professionalizzare le amministrazioni che gestiscono procedure di gara.
Il sistema adottato promuove un modello a rete, basato sulla collaborazione tra enti, la valorizzazione delle centrali di committenza e il supporto ai piccoli Comuni.
In particolare, ANAC ha contribuito a definire:
Nel 2024, il sistema è passato dalla fase iniziale di implementazione a una fase più matura, con:
Secondo ANAC, il sistema si è dimostrato capace di favorire la razionalizzazione della spesa e una più equa distribuzione degli affidamenti, pur evidenziando la necessità di rafforzare ulteriormente la formazione degli operatori pubblici e di introdurre sanzioni più efficaci per le stazioni appaltanti che si dichiarano impropriamente esonerate dagli obblighi di qualificazione.
A fine 2024 è stato approvato il D.Lgs. 209/2024, noto come “Correttivo Appalti”, che ha introdotto modifiche integrative e correttive al Codice originario, recependo le osservazioni di ANAC, le indicazioni giurisprudenziali e i rilievi della Commissione europea.
Il decreto ha permesso di superare alcune ambiguità normative che avevano generato incertezze applicative, tra cui:
Inoltre, il Correttivo ha rafforzato l’impianto sanzionatorio nei confronti delle amministrazioni che omettono di qualificarsi, ha chiarito il regime delle garanzie fideiussorie, e ha rivisto i meccanismi di verifica delle offerte anomale, estendendoli anche ai contratti di fornitura.
Proposte normative migliorative
Nonostante i progressi, ANAC ha sottolineato che restano ancora alcune aree da migliorare, suggerendo ulteriori interventi:
Nel corso del 2024, ANAC ha intensificato le proprie attività di vigilanza e controllo, concentrandosi su ambiti particolarmente sensibili al rischio corruttivo e strategici per il sistema-Paese.
Infrastrutture strategiche
Le grandi opere pubbliche e le infrastrutture rientranti nella rete transeuropea dei trasporti sono state oggetto di monitoraggi specifici, in particolare per quanto riguarda:
L’ANAC ha osservato un rischio elevato di deroghe improprie e ha sollecitato maggiore trasparenza nelle modifiche contrattuali e nella gestione dei subappalti.
Ricostruzioni post-calamità
Altro fronte caldo è quello delle ricostruzioni post-sisma e post-alluvione, dove l’Autorità ha seguito da vicino:
Particolare attenzione è stata data alla tracciabilità dei fondi, all’adozione del PIAO semplificato e all’interoperabilità tra Piattaforma Unica della Trasparenza e Repertorio ReNDiS.
Servizi sanitari e pubblici locali
Nel 2024 ANAC ha rilevato numerose irregolarità nei servizi pubblici locali e nei contratti sanitari:
Sono stati avviati accertamenti in diverse regioni su appalti per servizi di vigilanza armata, ristorazione ospedaliera e igiene urbana, con segnalazioni alla Corte dei conti e ai Prefetti.
In situazioni di particolare criticità, ANAC ha proposto misure straordinarie per garantire continuità dei servizi e legalità delle procedure. In alcuni casi è stato applicato l’art. 32 del D.L. 90/2014, che consente la gestione temporanea di imprese coinvolte in condotte illecite, con commissariamento o congelamento dell’utile.
Nel 2024 sono stati trattati casi di particolare rilievo nei settori dei rifiuti, dell’edilizia pubblica e degli appalti scolastici e gestite numerose istanze di precontenzioso, fornendo pareri motivati su:
L’attività della Camera Arbitrale è cresciuta, offrendo una via alternativa alla giustizia ordinaria per la risoluzione di controversie tra enti e operatori economici, contribuendo alla riduzione del contenzioso e al risparmio di tempo e risorse.
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