Rendita catastale e Docfa. Rettifica senza giustificazione

Pubblicato il 23 giugno 2020

Se l’attribuzione della rendita catastale avviene con procedura Docfa l’eventuale rettifica non necessita di particolare motivazione, potendo ricavarsi le ragioni dell’accertamento dal confronto tra i dati della dichiarazione e quelli dell’avviso stesso. Ciò è possibile, sostiene la Cassazione, in quanto Docfa è una procedura a struttura partecipativa.

A sostenere quanto sopra è l’ordinanza n. 12005 pronunciata il 19 giugno 2020.

Rendita catastale. Con Docfa, rettifica senza motivazione

Con il software Docfa l’interessato, dopo aver inserito i dati richiesti, si trova in possesso della rendita catastale di un immobile elaborata automaticamente

Qualora il Fisco rettifichi la rendita proposta, emette atto di classamento con avviso di accatastamento. 

Nell’emanare tale atto l’Agenzia delle Entrate non è tenuta a spiegare il motivo della rettifica, essendo la procedura Docfa ad impulso del contribuente e non dell’ufficio. 

Infatti, in giurisprudenza, nella materia de quo, vige il principio per cui se l’attribuzione catastale è avvenuta tramite procedura Docfa, l’obbligo di motivazione è limitato alla mera indicazione dei dati oggettivi e della classe attribuita, “qualora gli elementi di fatto indicati dal contribuente non siano disattesi dall’Ufficio e l’eventuale differenza tra la rendita proposta e quella attribuita derivi da una diversa valutazione tecnica riguardante il valore economico dei beni”. 

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