Riforma avvocati, Cnf vs Bersani

Pubblicato il 26 febbraio 2009

Il Consiglio nazionale forense ha inviato, ieri, alla Commissione consultiva per la riforma dell'ordinamento, un testo che prevede il ritorno ai minimi tariffari obbligatori per gli avvocati. Vengono così, abrogate, le disposizioni di cui all'art. 2 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 così come modificate dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, legge Bersani. Il testo costituisce la versione definitiva della riforma dell'ordinamento forense per come approvata dall'organo nazionale dopo l'accordo raggiunto tra le varie anime dell'avvocatura nel corso della seduta del 20 febbraio scorso (salvo il dissenso degli avvocati amministrativisti e dell'Anf e l'astensione degli avvocati del Lazio). Nei prossimi giorni, il testo sarà inviato al ministro della Giustizia, Alfano.

Sul fronte della riforma al processo civile, i legali, rappresentati dall'Oua, l'organismo unitario dell'avvocatura, sono stati ricevuti ieri dal Guardasigilli Alfano, al quale hanno consegnato un documento con le proposte per cambiare il testo della riforma. I legali, guidati da Maurizio de Tilla e Antonio Giorgino, rispettivamente presidente e vice presidente dell'Oua, hanno ribadito al ministro la contrarietà all'ipotesi del filtro per i ricorsi in Cassazione, in quanto “palesemente contraria alla Costituzione”, e alla soppressione dei tribunali minori. Il documento Oua contiene anche molte perplessità circa l'introduzione del procedimento sommario di cognizione, un nuovo procedimento speciale tra quelli previsti dal codice di procedura civile che prevede come unico presupposto per potervi ricorrere che la causa sia una di quelle in cui il tribunale giudica in composizione monocratica. Gli avvocati, con l'occasione, rilanciano la proposta di riconoscere in modo esplicito l'avvocatura come soggetto costituzionale, chiedendo, altresì, al ministro di proseguire nel percorso di riforma della legge che regola la professione forense e di abrogare, in particolare, la legge Bersani.

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