Sì all’accertamento basato sugli studi di settore anche in presenza di contabilità regolare

Pubblicato il 11 maggio 2013 La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11145 del 10 maggio 2013, accogliendo il ricorso dell'Amministrazione finanziaria rallenta sulle precedenti pronunce giurisprudenziali, che avevano ridotto la portata degli studi di settore nei casi in cui la contabilità risultava assolutamente regolare e non si evidenziava uno scostamento dal reddito particolarmente significavo.

Così, il principio ribadito ora dai Supremi giudici è proprio quello che gli studi di settore sono idonei a sostenere l’accertamento induttivo anche in caso di contabilità tenuta regolarmente.

Ne deriva che, la motivazioni dei giudici di merito che avevano sostenuto che un accertamento ai fini Irpef non può basarsi unicamente su presunzioni fondate sugli studi di settore, dal momento che esse sono applicabili solo in presenza di scostamenti importanti e significativi rispetto alla normalità, non sono accettabili. Per la Corte il ricorso agli elementi tratti dagli studi di settore, anche in caso di contabilità regolare, è pienamente legittimo alla stregua della normativa di riferimento, mentre i giudici di merito avevano erroneamente ritenuto che il rinvio agli standard fosse idoneo solo per sostenere l’accertamento in caso di contabilità tenuta irregolarmente, non avendo valenza probatoria nei casi di contabilità regolare.
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