Studi di settore, non servono modifiche improvvisate

Pubblicato il 10 gennaio 2009 Claudio Siciliotti - presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili - dalla prima pagina del Quotidiano di oggi fa una disamina sugli studi di settore e osserva che, da sempre, la categoria ha denunciato lo snaturamento che ha interessato questo istituto con il passare degli anni. L’accusa è rivolta, soprattutto, agli interventi di natura politica che si stanno susseguendo negli ultimi tempi sugli studi di settore e che li stanno rendendo sempre più scadenti dal punto di vista tecnico. Si sottolinea, come addirittura sia la stessa prassi del Fisco a far notare come gli studi di settore non possano essere utilizzati dagli uffici come strumenti di accertamento automatico e, dunque, gli avvisi di accertamento che sono emessi richiamando esclusivamente le risultanze degli studi sono da considerarsi “viziati in radice”. Di conseguenza, quando ciò accade, il contribuente, in sede contenziosa, ha tutte le possibilità di far valere le proprie ragioni. Mentre, continuare a parlare di presunzioni semplici, di presunzioni legali e di inversioni dell’onere della prova potrebbe portare a creare ulteriore confusione sull’argomento.
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