Studi di settore per la selezione, non come mero strumento accertativo

Pubblicato il 06 agosto 2015

Con una risposta al question time in commissione Finanze alla Camera, il sottosegretario al Mef, Paola De Micheli, interviene sugli studi di settore.

Nell'interrogazione è stato rilevato che la fortissima riduzione dei correttivi anticrisi applicabili sull’annualità 2014, rispetto a quelli in vigore al 2013, sta comportando un aumento dei soggetti non congrui, con un aumento dei controlli non motivato, visto il perdurare della crisi per molti settori.

Il Mef spiega che il criterio di elaborazione dei nuovi correttivi 2014 (Dm 15 maggio 2015) rispetto a quelli precedenti si basa non più sulla riduzione dei costi variabili (Gerico 2014 e precedenti), ma sull'analisi dell'efficienza produttiva dell’impresa. Con tale metodo, solo a consuntivo la commissione degli esperti potrà misurare la reale capacità dei correttivi 2014 di misurare l’effetto crisi. E, sentita l’agenzia delle Entrate che si è già espressa in merito con la circolare 25/E/2014, precisa che gli studi di settore saranno maggiormente impiegati come strumento di selezione del contribuente per l'ulteriore attività di controllo, piuttosto che quale mero strumento accertativo.

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