Studi professionali. Rinnovi dei contratti a termine con intervalli più brevi

Pubblicato il 29 novembre 2012 In data 28 novembre è stato siglato tra Confprofessioni e le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil il verbale di accordo che consente agli studi professionali e alle aziende che adottano il Ccnl di categoria di poter applicare un intervallo di tempo più breve fra un contratto a termine e l’altro per l’assunzione di uno stesso dipendente.

Dunque, dopo il settore turismo, anche il mondo dei professionisti si è adeguato, attuando il decreto Crescita (DL n. 83/2012) che attribuisce alla contrattazione collettiva la possibilità di ridurre gli intervalli temporali di “stop and go” fra due contratti a termine, per il loro rinnovo.

La Riforma del lavoro (L. n. 92/2012) aveva, infatti, elevato tali termini rispettivamente a 60 e 90 giorni a seconda che la durata del contratto a tempo sia inferiore o superiore ai sei mesi. Ma, successivamente era intervenuto il Ministero del Lavoro (circolare n. 27 del 7/11/2012) a chiarire che tali termini potevano essere accorciati in tutti i casi previsti dai contratti collettivi di qualsiasi livello.

Di qui, l’intesa raggiunta dalle parti sociali del settore delle professioni, che appunto prevede ora la possibilità che nel caso di assunzione dello stesso lavoratore con un contratto a termine, l’intervallo di tempo sia ridotto a 30 giorni se il contratto a termine scaduto è superiore a sei mesi e a 20 giorni se il contratto a termine scaduto è inferiore a sei mesi.

L’accorciamento delle fasi di "stop and go" - si legge nell’accordo – “garantirebbe una più agevole collocazione dei lavoratori interessati e, soprattutto, una maggiore tutela delle competenze”.

Come poi sottolineato dallo stesso presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, il settore degli studi professionali necessità proprio di questa riduzione dei tempi di attesa tra un contratto e il suo rinnovo, al fine di meglio rispondere all’esigenza di flessibilità tipica della professione per assicurare maggiore continuità e stabilizzazione all’interno degli studi professionali.
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