VI Rapporto Adepp Professionisti più poveri

Pubblicato il 15 dicembre 2016

Il reddito dei professionisti, negli ultimi dieci anni, è diminuito di circa il 18% ed attualmente si attesta di media intorno ai 33.954 euro. Ciò nonostante, nel 2015 si registri una diminuzione più contenuta rispetto agli anni precedenti (-0,3% rispetto al – 5,5% del 2013).

E’ quanto emerge dal VI Rapporto sulla previdenza italiana presentato a Roma il 14 dicembre 2016, a cura del centro studi Adepp; l’Associazione degli enti previdenziali privati e privatizzati che rappresenta ben 19 Casse di professionisti e che, con cadenze annuale, misura la condizione delle varie categorie di associati.

Forte divario redditi tra giovani ed anziani

Il Rapporto evidenzia innanzitutto un forte divario reddituale tra i giovani professionisti ed i colleghi ultracinquantenni, in quanto gli under 30 si attestano poco sopra i 12 mila euro annui, mentre quelli tra i 50 e 60 anni intorno ai 50 mila. Il fattore anagrafico gioca dunque un ruolo importantissimo, se solo si osserva che persino un professionista tra gli 85 e 90 anni guadagna di più di un ragazzo con meno di 30.

Invecchiamento platea professionisti

A colpire, inoltre, l’invecchiamento della platea di professionisti, in quanto nell'ultimo decennio, gli iscritti under 40 sono diminuiti dal 41% al 31%, mentre si registrano sempre più iscritti agli istituti pensionistici.

Donne in svantaggio

Altro dato rilevante, è la difficoltà in cui spesso si trova la componente femminile, il cui reddito è di media inferiore al 60% rispetto a quello dichiarato dagli uomini. A trovarsi in svantaggio, soprattutto, le donne che si affacciano nel mercato della libera professione e quelle con uno o più figli (con decremento dei redditi pari al 20% in più).

Somme più elevate per welfare e peso del Fisco

Somme decisamente più elevate – sottolinea ancora il Presidente dell’Adepp Alberto Oliveti nell'illustrare il Rapporto – vengono invece destinate ai servizi di welfare, con un impegno totale delle Casse di ben 520 milioni di euro e con una crescita delle prestazioni assistenziali erogate del 4,6%.  

Oliveti non manca tuttavia di sottolineare, infine, come l’importo che gli Enti previdenziali sono tenuti a versare all'Erario, risulti decisamente sostanzioso. Il fisco grava sulle Casse, difatti, per oltre 544 milioni di euro, con un aumento del flusso di contributi, nel 2015, pari al 2,3% rispetto all'anno precedente.

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