CCNL Vigilanza privata: novità in vista per aumenti retributivi e orario di lavoro

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CCNL Vigilanza privata: novità in vista per aumenti retributivi e orario di lavoro

Al via un ciclo di incontri tra Governo e parti sociali per l’adeguamento dei livelli salariali previsti nel CCNL Vigilanza privata e servizi di sicurezza, rinnovato il 6 luglio 2023.

A riaprire la speranza dei dipendenti delle imprese di vigilanza privata e delle imprese operanti nei servizi fiduciari è la risposta fornita dal sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon, nel corso del question time del 21 settembre 2023, svolto al Senato.

I riflettori restano pertanto accesi sulla contrattazione collettiva nazionale del settore della vigilanza privata, salita agli onori della cronaca politica più recente, a vessillo della campagna a favore per l'introduzione di un salario minimo legale finalizzato a garantire minimi salariali adeguati a tutti i lavoratori.

Ma non solo.

Di recente del CCNL Vigilanza privata, Sezione Servizi Fiduciari, si è dibattuto molto anche nelle aule dei Tribunali.

Basta solo richiamare, tra le ultime pronunce giurisprudenziali in merito, la sentenza 21 luglio 2023 con la quale il Tribunale di Catania ha accertato l’inadeguatezza delle retribuzioni minime previste dal CCNL Vigilanza Privata – Servizi Fiduciari ad assicurare il rispetto del principio costituzionale del diritto ad una giusta retribuzione, sancito dall’art. 36 della Costituzione.

E il pensiero va anche alla, molto discussa, sentenza del TAR Lombardia n. 2046 del 4 settembre 2023, che ha reputato il CCNL Vigilanza privata e servizi fiduciari idoneo a garantire il trattamento economico proporzionato e sufficiente ai sensi dell’art. 36 Cost., legittimando conseguentemente la scelta della cooperativa ricorrente di applicare il predetto CCNL ai propri soci-lavoratori.

Sugli esiti della querelle sorta in merito alla necessità, in Italia, di un salario minimo legale non resta che attendere i prossimi sviluppi politici, a margine dell’avviato iter parlamentare della Legge di delegazione europea 2022-2023 (Atto Camera: 1342) che delega il Governo per il recepimento (il termine del recepimento è fissato al 15 novembre 2024), della direttiva (UE) 2022/2041 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 ottobre 2022 volta a migliorare le condizioni di vita e di lavoro nell’Unione, in particolare attraverso l’adeguatezza dei salari minimi per i lavoratori al fine di contribuire alla convergenza sociale verso l’alto e alla riduzione delle disuguaglianze retributive.

Aumenti retributivi del CCNL vigilanza privata e servizi di sicurezza

Ora torniamo però al punto di partenza, vale a dire: quali nuove tutele retributive si prospettano per i lavoratori dipendenti a cui si applica il contratto collettivo nazionale dei lavoratori della vigilanza privata e dei servizi integrati?

Il rinnovo del CCNL del 15 giugno 2023 (la riserva è stata sciolta dalle parti sociali il 6 luglio 2023) prevede un aumento medio complessivo di 140,00 mensili, spalmati in 5 tranche da erogare con le retribuzioni di giugno 2023 (50 euro), giugno 2024 (25 euro), giugno 2025 (25 euro), dicembre 2025 (20 euro) e aprile 2026 (20 euro).

Salario minimo legale e interrogazione parlamentare

Come si evidenzia nell’interrogazione 3-00680 formulata sul rinnovo del contratto collettivo del settore della vigilanza privata e dei servizi integrati presentata al Senato, quello summenzionato è un aumento, che “per le qualifiche più basse sfiora i 6 euro l'ora per lavorare fino a dodici ore” e che contrariamente a quanto “si dice che in Italia il salario minimo non è necessario perché ci sono i contratti collettivi nazionali, …. purtroppo invece in questo settore le paghe sono più basse: 4,50 euro per le guardie non armate, 5,50 euro per quelle armate”.

Si parla in buona sostanza di livelli retributivi di molto “inferiori rispetto al salario minimo proposto di 9 euro, che è già in vigore in tanti contratti collettivi nazionali”.

Cosa intende fare il Governo in merito?

Nel corso del question time del 21 settembre 2023 svoltosi al Senato, il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon, si è soffermato sulle azioni da intraprendere a favore dei lavoratori del settore della vigilanza privata.

Pur ricordando che il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro è frutto dell’autonomia negoziale attribuita alle parti sociali, si riconosce che nel settore della vigilanza dei servizi fiduciari le retribuzioni del personale impiegato nei servizi risultano estremamente basse.

La contrattazione collettiva pertanto va rinforzata e valorizzata. Come?

Il rappresentate del Governo rende noto di aver convocato uno “specifico tavolo per esaminare le problematiche del settore con particolare riguardo ai salari del personale non armato, in primis la committenza pubblica che rappresenta una quota consistente degli appalti di servizi in corso è chiamata con forza a svolgere la sua parte nell'ottica di un progressivo e concertato innalzamento dei livelli retributivi”.

Il ciclo di incontri da avviare con le parti sociali mira a “consentire un continuo e progressivo adeguamento dei livelli salariali previsti nella contrattazione collettiva nazionale di settore rinnovato il 6 luglio ultimo scorso”.

“Stiamo lavorando”, ha dichiarato il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, “per far sì che la contrattazione collettiva sia più forte. Sono in vigore delle tabelle, firmate dal ministro Poletti nel 2016, che indicavano i valori salariali che venivano naturalmente dal contratto precedentemente, considerato che esso non veniva rinnovato da otto anni. È stato appena rinnovato e portato a qualcosa più di 6 euro. Si sta cercando di capire come poter riavvicinare questo loro rinnovo. Siamo convinti che le stesse pubbliche amministrazioni che in qualche modo costruiscono la gara d'appalto non si possano permettere di pagare così poco questo personale. Lavoreremo allora per far sì che anche nella pubblica amministrazione le gare d'appalto non vengano fatte con queste tabelle”.

Organizzazione dell'orario di lavoro

Vi è poi un’altra importante questione in sospeso per i lavoratori del settore.

L’articolo 41 della legge n. 112 del 2008 ha escluso l’applicabilità delle disposizioni del decreto legislativo n. 66 del 2003 in materia di organizzazione dell'orario di lavoro, sancendo la possibilità di una disciplina derogatoria per i servizi di vigilanza privata al fine di realizzare una gestione più flessibile dell'orario di lavoro in presenza di particolari esigenze di ordine e sicurezza pubblica.

Gli interroganti propongono di valutare l’opportunità di estendere il campo di applicazione del decreto legislativo n. 66 del 2003 anche agli operatori del settore della Vigilanza privata.

Al riguardo, il Ministero del lavoro si è detto disponibile “ad approfondire le questioni con gli uffici tecnici competenti, atteso che la disciplina di organizzazione dell'orario di lavoro, regime dei riposi, ferie, eccetera, nel settore della vigilanza privata trova la propria regolamentazione esclusivamente nella contrattazione collettiva”.

 

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