Cndcec Amministrazione giudiziaria beni sequestrati

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Il Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili - riunito in questi giorni a Roma per il Convegno “Conoscere per gestire” – ha effettuato uno screening dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

L'evento del Cndcec ha, infatti, come obiettivo quello di illustrare le esperienze dei territori che amministrano i beni sottratti alla criminalità. Il progetto, che è caratterizzato da 6 workshop ed una tavola rotonda, vede la partecipazione del direttore dell’ANBSC (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità), Umberto Postiglione, e del procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone.

Nel Report sull'amministrazione giudiziaria dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata emerge che le aziende sotto gestione giudiziale sono per il 48% microimprese, con meno di 10 dipendenti, mentre il 39% ha fino a 50 dipendenti e solo l’8% arriva a 250 dipendenti.

Il patrimonio di queste aziende che è confiscato risulta di proporzioni enormi e - secondo i commercialisti - mostra notevoli difficoltà di gestione e, dunque, ravvisa la necessità di un intervento di efficientamento.

Ma ancor di più, i commercialisti evidenziano le grandi difficoltà nei rapporti con l’Amministrazione pubblica, in particolare con le Entrate e con Equitalia Giustizia, e un irrigidimento nei rapporti con gli amministratori giudiziari.

Riguardo al tema dei compensi degli amministratori dei beni, i commercialisti evidenziano due carenze essenziali, quali: l'assenza di un parametro temporale per la loro individuazione e la mancanza di un univoco criterio di commisurazione (se sul valore del complesso aziendale o sul patrimonio netto rettificato).