Crisi d'impresa e riforma Rordorf a convegno

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Crisi d'impresa e riforma Rordorf a convegno

Si è svolto il 12 febbraio 2016, a Roma, il convegno organizzato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti dedicato alle novità in tema di crisi di impresa: “Le crisi d’impresa fra legge 132/2015 e prospettive di riforma organica”.

Accanto ai commercialisti ed agli esperti contabili, operatori e giudici si sono confrontati sulla riforma approvata dal Consiglio dei ministri.

Si sono discussi i tratti salienti dello schema di legge predisposto dalla commissione ministeriale istituita dal ministero della Giustizia e presieduta dal presidente Renato Rordorf (primo presidente aggiunto della Suprema Corte di Cassazione) per l’elaborazione delle proposte di interventi di riforma, ricognizione e riordino della disciplina delle procedure concorsuali.

Confindustria giudica positivamente la riforma ma solleva criticità

Confindustria denuncia che le procedure di allerta inserite nel Ddl delega di riforma della legge fallimentare, con la modifica apportata sul testo della Commissione Rordorf da parte dei tecnici del ministero della Giustizia, non sarebbe conveniente per la discesa in campo tempestiva degli imprenditori, poiché l'eventuale esito giudiziale della procedura di emersione della crisi potrebbe portarli nella black list del Registro delle imprese.

Inoltre, la segnalazione all’autorità giudiziaria, per l’inerzia dell’imprenditore, avvantaggerà i creditori istituzionali, Fisco e Inps, che hanno il dovere di attivare la procedura d’allerta.

Professionisti: ruolo centrale e più responsabilità

Un rilievo è stato fatto dal Cndcec, in merito alle misure premiali riservate alle aziende che ricorrono tempestivamente alla procedura e favoriscono un epilogo positivo: andrebbero incentivati, con misure premiali, anche coloro che ricoprono incarichi di controllo o di revisione della società, che si attivino in tempo utile segnalando all’organo di amministrazione le circostanze che possono mettere a rischio la continuità e informando, in caso di riscontri inadeguati, anche gli organismi di composizione.

Il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, Longobardi – pur apprezzando il testo riformulato dal Consiglio dei ministri, che tiene conto anche delle proposte dei commercialisti - è convinto che: “solo l’istituzione di sezioni specializzate, in cui risultino iscritti professionisti con competenze specifiche in materia aziendale e giuridica, possa garantire il funzionamento del meccanismo di emersione anticipata della crisi”.

Lo scetticismo della Corte d’Appello di Roma, con il presidente Luciano Panzani

Chi non si comporta bene vedrà la pubblicazione sul registro delle imprese della relazione dell’esperto. Dunque il presidente Panzani palesa la preoccupazione che l’imprenditore possa guardarsi dal collaborare: l'intento della commissione sembrava quello di un clima più “confidenziale” nell’aiutare l’imprenditore nei rapporti con il creditore: “Ora l’esperto potrebbe finire per fare più l’informatore che il compositore della crisi, poi se è bravo fa anche quello”.

L'intervento del presidente Rordorf

Il presidente della Commissione, Renato Rordorf, spiega che la figura del giudice nella procedura di allerta deve rappresentare una ”minaccia”: “L’imprenditore deve essere consapevole che non serve fare lo struzzo e non collaborare: la crisi esploderà lo stesso e sarà troppo tardi”.

Questo per incentivare gli imprenditori a non perdere tempo ed a prendere la decisione di venir fuori quando l’impresa è ancora risanabile.

Mentre, volgendo lo sguardo agli operatori del diritto afferma che la parola d'ordine è “specializzazione”: “Occorre che gli operatori del diritto, commercialisti, avvocati e i giudici che spesso hanno l’ultima parola, siano all’altezza del loro compito”.

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