Comunità Energetiche Rinnovabili: tariffa incentivante e contributo

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Comunità Energetiche Rinnovabili: tariffa incentivante e contributo

La Commissione europea ha dato l’assenso al decreto del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica con l’obiettivo di incentivare la diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.

Il Ministro del MASE, Gilberto Pichetto, ha affermato che “Grazie alle Comunità energetiche (CER), infatti, ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e averne i benefici economici derivanti dall’autoconsumo, pur non disponendo direttamente degli spazi necessari alla realizzazione degli impianti FER”.

Le Comunità energetiche saranno utili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e rafforzare il percorso di sicurezza energetica dell’Italia valorizzando il territorio.

Il decreto studiato dai tecnici del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica si basa su due misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa e un contributo a fondo perduto. La potenza finanziabile è pari a cinque Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027.

Gruppi di cittadini potranno unirsi per autoprodurre energia elettrica da fonti rinnovabili, beneficiando di una serie di agevolazioni, per offrire benefici ambientali, economici e sociali ai membri della comunità energetica.

Attraverso il finanziamento di 2,2 miliardi proveniente dal PNRR, le comunità realizzate nei comuni sotto i 5.000 abitanti potranno avere un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente (di almeno 2 Gigawatt). Il contributo a fondo perduto potrà essere cumulato con la tariffa incentivante entro determinati limiti.

I benefici potranno riguardare tutte le tecnologie rinnovabili: fotovoltaiche, eoliche, idroelettriche e biomasse.

Comunità energetiche: destinatari

i destinatari del provvedimento possono essere gruppi di cittadini, condomìni, piccole e medie imprese, enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi.

La potenza dei singoli impianti non può superare il megawatt.

Procedura per creare la Comunità energetica

Come procedere per realizzare una CER? Di seguito i passaggi:

  • individuare un’area dove realizzare l’impianto e altri utenti con cui associarsi connessi alla stessa cabina primaria;
  • istituire la CER con uno Statuto o un atto costitutivo, che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali;
  • è possibile (si tratta di facoltà) verificare in via preliminare con il Gestore Servizi Energetici (GSE) se il progetto può essere ammesso all’incentivo;
  • ottenere l’autorizzazione a installare e connettere l’impianto alla rete;
  • richiedere l’incentivo al GSE.

Gli incentivi

Come detto, le agevolazioni si distinguono in incentivi in tariffa e contributi a fondo perduto.

L’incentivo in tariffa si caratterizza per essere diretto a tutto il territorio nazionale e far risparmiare sui costi dell’energia per chi costituisce una Comunità.

La potenza massima agevolabile è di 5 GW entro il 31 dicembre 2027.

Invece, il contributo a fondo perduto è rivolto ai territori dei Comuni sotto i 5.000 abitanti ed è cumulabile con l’incentivo in tariffa.

Chi crea una Comunità Energetica può ottenere un contributo fino al 40% dell’investimento; la potenza agevolabile è di almeno 2 GW fino al 30 giugno 2026.

Spese agevolabili

Tra le spese ammissibili si citano:

  • realizzazione di impianti a fonti rinnovabili,
  • fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo,
  • acquisto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software,
  • opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento,
  • connessione alla rete elettrica nazionale.

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