INPS, pubblicato il XXII Rapporto Annuale

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INPS, pubblicato il XXII Rapporto Annuale

Con comunicato stampa del 13 settembre 2023, l’Inps rende noto che è stato pubblicato il XXII rapporto annuale in cui si illustra l’andamento dell’Istituto nonché l’integrità e la salute del sistema welfare nel 2022.

Nello specifico, il documento analizza l’evoluzione annuale dello stato di salute del nostro Paese e i relativi effetti che ricadono sull’Istituto Previdenziale e, altresì, conferma il sostanziale superamento della situazione crisi pandemica.

La forza dell’economia nazionale ha contribuito ad una ripresa economica più ampia rispetto ad altri Stati dell’Europa. Questo andamento positivo ha portato ad un incremento del 3,7% del Pil italiano e di conseguenza in un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro, sia in termini di qualità che di quantità.

Questo andamento, come espresso dal Commissario Gelera durante la relazione, ha portato ad una migliore stabilità e sostenibilità del sistema previdenziale, riducendo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione Guadagni, il cui utilizzo da parte delle aziende si è ridotto notevolmente con la fine della pandemia).

Argomento della relazione è, soprattutto, il tema dei trattamenti pensionistici e del relativo andamento, infatti, secondo le statistiche esaminate, le pensioni rimangono stabili rispetto all’anno precedente, con un leggero aumento delle prestazioni.

L’importo delle pensioni erogate di anzianità/ anticipate è stato in media di 1.915 euro. Per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia risultano essere in diminuzione con una media di 889,00 euro per prestazione, caratterizzata da una minore anzianità contributiva. Gli importi per le prestazioni assistenziali risultano avere una media di 470,00 euro.

All’interno del report è stato trattato, altresì, l’argomento delle diverse condizioni previdenziali tra i soggetti che hanno differenze reddituali, sottolineando che:

  • la speranza di vita degli operai a 67 anni risulta essere inferiore di 5 anni rispetto ai dirigenti;
  • il coefficiente di trasformazione è uguale per tutti ma attribuisce un trattamento pensionistico inferiore ai meno facoltosi a differenza di quella che avrebbero potuto avere in merito alla propria aspettativa di vita. Di conseguenza i più facoltosi otterrebbero trattamenti più onerosi risultanti dai tassi che tengono conto della durata media della loro vita.

Un ulteriore tema esaminato dal documento riguarda l’inflazione. Nello specifico – con riferimento alle famiglie a basso reddito - è emerso che l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessita è pari circa al 15% tra il 2018 e il 2022, pertanto le medesime hanno dovuto aumentare, se pur di poco, il proprio reddito per adeguarsi al sostenimento delle spese, attraverso la maggior offerta di lavoro e soprattutto attraverso gli aiuti erogati dal governo.

Nelle conclusioni del rapporto annuale dell’INPS, il Ministro del Lavoro, Marina Calderone ha voluto ringraziare l’Istituto per il lavoro svolto e per il processo di modernizzazione e trasformazione attuato, che per numero di servizi erogati e numero di cittadini serviti, assume un ruolo fondamentale nella Pubblica Amministrazione e nei meccanismi socioeconomici del Paese.

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