Opzione donna tra proposte di intervento e fumate nere

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Opzione donna tra proposte di intervento e fumate nere

È il canale di pensionamento anticipato pensato per venire incontro alle donne lavoratrici, svantaggiate anche nell’accesso ai trattamenti pensionistici a causa di carriere lavorative discontinue, livelli bassi di retribuzione e ridotto accumulo di contributi pensionistici. Si tratta di Opzione donna, lo strumento pensionistico che, nel 2022, ha fatto registrare numeri record di adesione (+15,4% rispetto al 2021).

Istituita in via sperimentale fino al 31 dicembre 2015, la pensione anticipata Opzione donna è regolata oggi dall’articolo 16 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni in legge 28 marzo 2019, n. 26, come da ultimo modificato dalla legge di Bilancio 2023, che ne ha fortemente limitato l’accesso.

La necessità di allargare nuovamente le maglie del regime pensionistico ha spinto le forze politiche di minoranza a presentare in Parlamento diverse mozioni e una proposta di legge assegnata, lo scorso 10 maggio 2023, alla Commissione Lavoro della Camera.

Inoltre, lo stesso Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, in occasione dell’incontro del 14 febbraio 2023 con i rappresentanti del Movimento opzione donna, ha espresso piena condivisione sulla necessità di ampliare la platea delle destinatarie dell'anticipo pensionistico pur subordinandolo alla necessità di trovare le adeguate coperture finanziarie.

E, nel corso del question time del 9 maggio 2023, il Governo si è impegnato (mozione 1-00103) ad “adottare opportune iniziative volte ad ampliare la platea delle donne beneficiarie di forme di flessibilità per l'accesso al trattamento pensionistico o anticipo pensionistico, fermo restando il reperimento delle risorse economiche necessarie".

NOTA BENE: Giova ricordare che, nella stessa seduta del 9 maggio 2023, è stata congiuntamente approvata una mozione (n. 1-00136) che impegna, in particolare, il Governo ad esaminare “formule innovative che permettano di anticipare la decorrenza della pensione, ma consentendo di integrarla con una più ridotta prestazione lavorativa, facilitando l'integrazione con i tempi di vita e di cura”.

Il futuro di Opzione donna continua pertanto a profilarsi alquanto incerto.

In attesa di nuovi sviluppi, vediamo cosa prevede il progetto di legge incardinato alla Camera.

Opzione donna: asset attuale

Per effetto della stretta operata dalla legge di Bilancio 2023 (articolo 1, comma 292 della legge 29 dicembre 2022, n. 197), l’accesso alla pensione anticipata Opzione donna nel 2023 è concessa alle lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022, abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni, ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni, e che si trovano in una delle seguenti condizioni:

a) assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (articolo 3, comma 3, L. 5 febbraio 1992, n. 104), ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;

b) hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile, superiore o uguale al 74%;

c) sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. In questo caso la riduzione massima di due anni del requisito anagrafico di 60 anni si applica a prescindere dal numero di figli.

Possono ricorrere a Opzione donna le lavoratrici dipendenti o autonome.

Infine si ricorda che, la pensione anticipata Opzione donna è calcolata secondo le regole di calcolo del sistema contributivo. ù

Inoltre, ai fini del perfezionamento del requisito contributivo, è valutabile la contribuzione versata o accreditata in favore dell’assicurata a qualsiasi titolo, al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico.

NOTA BENE: Le modalità di invio della domanda per il 2023 sono contenute nel messaggio INPS n. 467 del 1° febbraio 2023. Per le istruzioni generali, condivise con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, occorre fare riferimento alla circolare n. 25 del 6 marzo 2023.

Proposta di riforma

Il 10 maggio 2023 è stata assegnata alla Commissione lavoro della Camera la proposta di legge (1032) che modifica l’articolo 16 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, con norme che mirano a stabilizzare Opzione donna.

Si parte da un dato preoccupante: con la legge di Bilancio 2023 la platea delle lavoratrici che possono accedere ad Opzione donna passa da 17.000, come previsto nella legge di bilancio per il 2022 (legge 30 dicembre 2021, n. 234) a quasi 3.000.

Inoltre, si rileva, l'ipotesi che la soglia anagrafica per l'accesso a «opzione donna» possa essere modulata in ragione della presenza di figli ha sollevato condivisibili dubbi di legittimità costituzionale.

Sulla base di queste premesse, la proposta di legge:

  • abroga la riforma di cui alla legge di Bilancio 2023 (comma 1 bis, articolo 16 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26;
  • stabilizza la pensione anticipata Opzione donna prevedendo che vi possano accedere le lavoratrici che entro il 31 dicembre di ciascun anno abbiano maturato un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un'età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome.
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