Via libera alla direttiva qualifiche. Prevista una tessera professionale valida in tutta Europa

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È stata approvata in via definitiva dal Consiglio Ue, che si è tenuto il 15 novembre 2013, la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio UE che modifica la vigente legislazione europea sulle qualifiche professionali (cosiddetta direttiva qualifiche).

Dopo l’adozione formale da parte del Consiglio, la direttiva attende ora di essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Ue e da quel momento partirà il termine biennale per il suo recepimento all’interno delle legislazioni nazionali.

Il testo approvato modifica la direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, recepita nel nostro ordinamento con il Dlgs n. 206/2007, e il regolamento UE n. 1024/2012 relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno (regolamento IMI).

Obiettivo di tale azione di revisione è quello di facilitare il reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali per favorire una maggiore mobilità dei lavoratori all'interno dell'UE: il tutto attraverso lo snellimento delle procedure di riconoscimento e l’eliminazione degli ostacoli burocratici.

Al tal fine, è previsto il rilascio di una tessera professionale europea, che consentirà al possessore di poter circolare liberamente in Europa grazie ad una procedura di riconoscimento più breve, potendosi avvalere di modalità telematiche. Le professioni che potranno beneficiare della tessera saranno individuate attraverso specifici atti della Commissione UE, che terranno conto dei criteri individuati dalla direttiva.

La tessera professionale sarà emessa su richiesta dell’interessato che intende esercitare la stessa professione in un altro Stato membro e le spese di rilascio saranno decise da ogni Paese con obbligo di comunicazione alla Commissione.

La constatazione, poi, dell’eccessivo numero di professioni regolamentate nei 28 Stati (oltre 800), ha spinto il Parlamento europeo a ridurne drasticamente il numero, prevedendo una specifica regolamentazione solo lì dove necessario.

Inoltre, nella direttiva si è puntato, per la prima volta, a favorire l’occupazione giovanile estendendo le regole sul riconoscimento anche ai tirocinanti. Pertanto, coloro che svolgono un tirocinio qualificante per accedere ad una professione in uno Stato membro diverso da quello in cui hanno conseguito il titolo di studio (vale anche per gli Stati terzi) potranno richiederne il riconoscimento nel proprio Paese. L’obiettivo è quello di favorire la massima circolazione dei laureati.

La nuova versione della direttiva qualifiche prevede anche l’introduzione di un accesso parziale che premetterà al professionista di ottenere il riconoscimento anche solo di una parte della propria attività per la quale ha ricevuto nel proprio Paese la specifica qualifica; tutto ciò per evitare alla professione che includa più attività nello Stato di destinazione di sottostare a misure compensative.

Da segnalare, infine, che dall’ambito di applicazione della direttiva qualifiche sono esclusi i notai se nominati con atto ufficiale della pubblica amministrazione. Per gli avvocati, invece, non è necessario introdurre le tessere professionali in quanto è sufficiente il meccanismo già previsto con le direttive 77/249 e 98/5.
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