Locazioni in nero, pronuncia della Consulta
Autore: Cristina Ricciolini
Pubblicato il 15 marzo 2014
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E' incostituzionale la norma che penalizza i proprietari che omettono di registrare il contratto di locazione o lo registrano con un importo inferiore.
La Corte costituzionale, con la pronuncia n. 50 del 10 marzo 2014, evidenzia la carenza di delega dei commi 8 e 9 dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 23/2011.
Decade pertanto la norma che consentiva all'inquilino di denunciare l'omessa registrazione del contratto di locazione o la registrazione con un importo inferiore ed di ottenere così, per 4 anni, un canone annuo calcolato sul triplo della rendita catastale.
La legge delega n. 42/2009 di riferimento al D.Lgs n. 23/2011 aveva come presupposto l'introduzione di norme per il coordinamento delle finanza pubblica e del sistema tributario. La disciplina denunciata, invece, introduceva “una determinazione legale di elementi essenziali del contratto di locazione ad uso abitativo”, previste ed espressamente sanzionate nella disciplina tributaria del settore.
Ora, si prevede che i contratti ridotti già in corso decadano in modo automatico, con la previsione che tornino in vigore quelli già stabiliti secondo il valore di mercato (consulta l'articolo di Edicola "Affitti in contanti. Le sanzioni antiriciclaggio solo sopra la soglia dei mille euro").
- Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, p. 17 - La Consulta salva gli affitti in nero - Fossati
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