Accertamenti fiscali. Al vaglio la congruità dei costi

Pubblicato il 24 agosto 2017

L’Agenzia delle Entrate, nel corso di accertamenti fiscali, può ingerire nella gestione d’impresa, valutando la congruità dei costi (nella specie ritenuti troppo alti), anche se approvati dal consiglio di amministrazione. E’ quanto si evince nella pronuncia con cui la Corte di Cassazione, sesta sezione civile, ha confermato l’accertamento per il recupero di maggiori imposte intimato dall'Amministrazione finanziaria ad un contribuente, a seguito di alcune indagini bancarie.

Inerenza e congruità costi deducibili. Onere della prova al contribuente

Più precisamente, spiega la Cassazione con ordinanza n. 20303 del 23 agosto 2017, in tema di accertamento delle imposte sui redditi, l’onere della prova dei presupposti dei costi ed oneri deducibili concorrenti alla determinazione del reddito d’impresa, ivi compresa la loro inerenza e la loro diretta imputazione ad attività produttive dei ricavi, incombe al contribuente. Inoltre, poiché nei poteri dell’Amministrazione in sede di accertamento, rientra anche la valutazione della congruità dei costi e dei ricavi esposti nel bilancio e nelle dichiarazioni – con negazione della deducibilità di parte di un costo che risulti sproporzionato ai ricavi o all’oggetto dell’impresa – l’onere della prova dell’inerenza dei costi, gravante altresì sul contribuente, ha ad oggetto anche la congruità dei medesimi.

 

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