Agire in giudizio o difendersi senza motivo porta a dover risarcire i danni

Pubblicato il 11 aprile 2011 Tra le coppie che si separano capita sovente che avvengano degli affronti non del tutto motivati. Ma occorre fare attenzione a non insistere troppo a intraprendere battaglie legali al proprio ex se non vi sono dei seri motivi giudiziari. Continuare per ripicca una causa legale ed impegnare inutilmente i magistrati senza avere nessun fondamento può costare la condanna per lite temeraria e conseguente risarcimento del danno, che può anche essere deciso d'ufficio dal giudice.

E' proprio quello che è accaduto nella sentenza n. 98 del 2011 pronunciata dal Tribunale di Varese, nella causa in cui l'ex moglie si è opposta, senza averne le basi, al decreto ingiuntivo richiesto dall'ex marito. I giudici hanno ritenuto che l'opposizione fosse stata avanzata solo per infastidire il coniuge. E' quindi scattata l'applicazione dell'articolo 96, C.p.c., introdotto dalla legge n. 69/2009, secondo cui chi agisce o resiste in giudizio con mala fede o colpa grave può essere condannato oltre che alle spese del giudizio al risarcimento dei danni sofferti dall'altra parte.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Whistleblowing: ok del Garante alle Linee guida ANAC

28/11/2025

Credito: sospensione dei mutui e tutele per le donne vittime di violenza di genere

28/11/2025

Contratti di solidarietà industriali, sgravio contributivo: domanda per il 2025

28/11/2025

CCNL Metalmeccanica industria - Ipotesi di accordo del 22/11/2025

28/11/2025

Divieto di cumulo Transizione 4.0 e 5.0: obbligo di risposta al GSE

28/11/2025

Obbligo POS 2026: niente collegamento per mostre, fiere ed esposizioni

28/11/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy