Appalti, ore di lavoro teoriche o mediamente lavorate per il calcolo del costo del lavoro?

Pubblicato il 06 novembre 2018

L’utilizzo strumentale del costo del lavoro per aggiudicarsi gli appalti è censurato sia da Confcooperative sia dalle istituzioni, in quanto la qualità dei servizi non si deve giocare su ribassi anomali ed ingiustificabili ed il costo del lavoro inerente una gara deve essere calcolato in modo uniforme da tutti i concorrenti, altrimenti si falsa surrettiziamente qualunque offerta.

Questo è quanto ha sottolineato, in data 2 novembre 2108, Confcooperative pubblicando un comunicato sul proprio sito.

Ricorda l’Associazione che la giurisprudenza costante indica il costo delle ore mediamente lavorate come base di calcolo,  quindi divisore corretto su cui costruire l’offerta, ma ci sono casi dove si utilizzano le ore teoriche in luogo di quelle mediamente lavorate.

E’ evidente che utilizzare le ore teoriche come divisore, che sono ovviamente maggiori rispetto alle ore mediamente lavorate, permette di presentare un’offerta ingiustificatamente bassa e tale pratica comporta che le imprese, pur presentando offerte meno vantaggiose se calcolate con il costo delle ore mediamente lavorate, riescano ad aggiudicarsi la gara in presenza di stazioni appaltanti compiacenti o distratte.

Tuttavia – conclude Confcooperative - aggiudicare un appalto in base alle ore teoriche, in presenza di offerte con le ore mediamente lavorate, crea incertezza in tutti gli operatori ed incoraggia la proposta di offerte anormalmente basse, a danno della libera concorrenza, determinando un dumping contrattuale camuffato dal solo rispetto formale della legge.

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